Il rettore dell’Ateneo friulano Pinton alla 40a Conferenza generale Unesco
Doppio appuntamento per l’Università di Udine a Parigi nel quartier generale Unesco. Nei giorni scorsi, nell’ambito della quarantesima Conferenza generale dell’Unesco (12-27 novembre), il rettore Roberto Pinton ha preso parte alla sessione dedicata alla mobilità e all’inclusione degli studenti universitari a livello mondiale.
I lavori, presieduti da Stefania Giannini, vicedirettore generale Unesco per l’Educazione presso il quartier generale di Parigi, hanno affrontato il tema del reciproco riconoscimento dei titoli di studio e dei percorsi formativi al fine di garantire un più diffuso diritto all’alta formazione, come richiesto dall’obiettivo 4 “education for all” dell’Agenda ONU 2030 per lo sviluppo sostenibile. L’obiettivo finale è l’emanazione di una global convention di riferimento a livello mondiale.
In un confronto coi i vertici Unesco del settore Scienze naturali, si è parlato invece degli sviluppi sinergici tra il quartier generale Unesco e la Cattedra Unesco dell’Università di Udine per l’implementazione del progetto sulla sicurezza e riduzione dei rischi di disastro per le infrastrutture scolastiche. All’incontro, con il rettore Roberto Pinton era presente Stefano Grimaz, titolare della Cattedra Unesco sulla sicurezza intersettoriale per la riduzione dei rischi di disastro e la resilienza, incardinata nel settore di competenza Unesco delle Scienze naturali.
«Diritto all’educazione e sicurezza nelle scuole – sottolinea Roberto Pinton – sono temi legati e molto importanti e assumono un significato particolare se si tiene conto che l’Università di Udine è nata come politica della ricostruzione dopo il tragico terremoto del 1976 in Friuli».
In particolare, nell’ambito del progetto relativo alla sicurezza delle scuole il team di ricercatori della Cattedra Unesco ha messo a punto la metodologia “Visus” recentemente pubblicata come linea guida Unesco. «La collaborazione con l’Unesco – spiega Stefano Grimaz – punta all’applicazione estesa della metodologia, dopo la positiva fase prototipale di sperimentazione durata un quinquennio, che ha già posto l’Ateneo friulano in una posizione di avanguardia a livello mondiale e gli ha già permesso di diventare punto di riferimento privilegiato per l’Unesco nel settore della sicurezza e riduzione dei rischi di disastro per le infrastrutture scolastiche».