In Umbria malaffare negli incarichi ospedalieri scoperto con complesse indagini, in FVG tutto avviene alla luce del sole, addirittura si sa il nome prima del concorso

L’assunzione di un primario all’ospedale triestino di Cattinara viziata da una strana fuga di notizie e per di più “preventiva”? La questione è delicata e necessiterà ulteriori approfondimenti ma quanto segnalato dal Comitato Difesa Sanità Triestina, con dovizia di particolari e allegati documentali, è davvero clamoroso. Il Comitato facendo riferimento al caso recente di presunta malversazione avvenuto nella sanità umbra spiega ironicamente che, in quel caso, l’arte di manipolare i concorsi era tale e talmente sofisticata che ci sono voluti mesi e mesi di indagini e intercettazioni con microspie per scoprire le malefatte, mentre in Friuli Venezia Giulia, “tutto” avviene alla luce del sole. Fosse veritiera nei suoi sospetti  la tesi del Comitato Difesa Sanità Triestina, un sodalizio di cittadini che si occupa del problema salute, potrebbe avere una possibile rilevanza di natura giudiziaria? La risposta è difficile da dare,  visto che noi siamo giornalisti e non giudici, e non possiamo andare al momento al di là dalla semplice messa in sequenza temporale dei fatti, perchè i “fatti”, corre l’obbligo dirlo,  potrebbero avere spiegazione diversa da quella  chiara che emerge a una semplice lettura. Con tutte le precauzioni del caso  mettere un velo di silenzio sulla vicenda, come temiamo possa avvenire, ci sembra sbagliato, non una riga è uscita infatti sui media regionali nonostante l’incartamento giunto a noi ci risulta essere stato postato a molti altri organi di stampa e dubitiamo anche che la politica,  opposizione compresa, si muova ed anche su una azione di indagine di qualche Procura dubitiamo, perchè in Fvg vige un patto non scritto che vuole evitare di turbare la quiete pubblica. Fatta questa doverosa premessa spieghiamo meglio la vicenda:

Il 20 febbraio 2019 l’Azienda sanitaria ha infatti bandito una selezione pubblica  per un incarico professionale di alta specializzazione con stipendio e responsabilità simili a quelle di un primario. Avviso_15septies_GECO (1)
Il 20 marzo 2019 avviene la selezione e si presenta un solo candidato: dott. Franco Cominotto.
Il 28 marzo 2019 la nomina del professionista diventa realtà e il dott. Franco Cominotto può prendere servizio. DECRETO[1.3].rtf (1) (1)

Tutto bene e tutto regolare quindi, tanto che il giorno dopo la nomina, era il 29 marzo scorso,  il Vicepresidente e assessore alla salute Riccardo Riccardi dichiarava alla stampa triestina la sua soddisfazione per la buona riuscita dell’operazione: Un decreto firmato questa mattina, spiegava Riccardi,  ASUITS ha formalizzato la nomina del dottor Franco Cominotto dirigente medico del Pronto soccorso e Medicina di Urgenza dell’Ospedale di Cattinara. “Con questa nomina andiamo non solo rafforzare il Pronto soccorso del nosocomio triestino ma ad avviare un importante lavoro di analisi per il miglioramento della struttura complessa”.
Ma allora dove sta il problema? Il problema è che 10 febbraio 2019, ben 10 giorni prima che venisse bandita la selezione per l’incarico, il quotidiano Il Piccolo nella sua edizione di Gorizia pubblicava un articolo dal titolo: “Il primario Cominotto saluta e va a Trieste.” Articolo pubblicato anche sulla versione web del medesimo quotidiano il giorno dopo 11 febbraio

 

Insomma dieci giorni prima che fosse firmata l’indizione della selezione pubblica, la stampa già sapeva non solo del concorso  ma addirittura il nome del professionista vincitore che avrebbe lasciato il capoluogo isontino  per trasferirsi a Trieste. Non ovviamente un  cambio di residenza ma una nuova destinazione professionale grazie al bando che sarebbe uscito di lì a poco. Conferma di nuova destinazione che poi è stata data, a stretto giro, dal sindaco di Gorizia che spiegava: “è stato comunicato che il dott. Cominotto ha deciso di compiere una nuova tappa professionale andando a dirigere il Pronto soccorso di Trieste”. Tutto ciò avveniva  il 10 febbraio, con 40 giorni di anticipo sulla selezione. Ma non solo, si viene a sapere anche la fonte della notizia,  a lanciare l’allarme nella città isontina che mal digerisce le scelte regionali sulla sanità, era stato Fabio Gentile, capogruppo di Forza Italia in Comune attraverso un’interrogazione che rese pubblica la notizia del trasferimento del primario del Pronto soccorso isontino Franco Cominotto a Trieste. Da chi aveva saputo Fabio Gentile l’indiscrezione? Noi un dubbio l’abbiamo.  Allarme comunque raccolto anche dall’opposizione consiliare del Pd con vari interventi del capogruppo Marco Rossi e dei consiglieri Adriana Fasiolo e David Peterin. «Ci viene sottratto il modello di efficientismo e di organizzazione realizzato dal dottor Cominotto. Esprimiamo forte preoccupazione e contrarietà rispetto a questa scelta che andava assolutamente evitata. Il primario Cominotto va a Trieste a sanare l’organizzazione del Pronto soccorso di Cattinara, ad oggi il più problematico della regione. Se questo è l’esempio della tanto declamata “autonomia gestionale e funzionale della nostra sanità”, così come garantitoci dal sindaco Ziberna e dall’assessore regionale Riccardi, andiamo di male in peggio». Insomma al di là delle legittime lamentele di Gorizia che dimostrano anche il valore professionale di Cominotto, alcune domande sorgono spontanee: Come si poteva sapere già prima che vi fosse un bando chi sarebbe stato il prescelto. Un fatto grave sul quale sarebbe necessario fare chiarezza perchè non possiamo credere in doti di preveggenza dei colleghi de “Il Piccolo” e men che meno in quelle del sindaco di Gorizia o del capogruppo di Forza Italia Fabio Gentile,  esponenti comunque della parte politica a cui appartiene l’assessore alla salute delle Regione.  Più plausibile pensare quindi  che la “selezione pubblica” fosse stata garantita da qualcuno come una formalità e che anzi, come sospetta il Comitato Difesa Sanità Triestina, l’aver fatto uscire preventivamente il nome di Cominotto fosse una sorta di avvertimento ad altri professionisti, eventualmente interessati al posto, di non presentare domanda per evitare inutili perdite di tempo e magari spiacevoli delusioni. Insomma esisterebbe per le nomine un “modello Trieste” dicono dal Comitato. In quarant’anni di carriera giornalistica di storie di nomine e poltrone ne abbiamo viste tante e temiamo che l’inciampo mediatico non sia dovuto ad eccessivo zelo comunicativo di un collega che avrebbe tirato ad indovinare o raccolto e voci in Comune a Gorizia. Del resto questa tesi, l’anticipiamo perchè siamo certi possa essere “l’uovo di Colombo” che potrebbe essere utilizzato per spiegare tutto e che risolverebbe in un colpo tutta la questione salvando capra e cavoli. Intendiamoci a scanso di equivoci, qui non è in gioco la reputazione del dott. Cominotto che ha un curriculum di assoluto prestigio ed è professionista stimato e che certamente non ha commesso, fino a prova contraria,  alcun illecito e che anzi rischia  di diventare parte lesa e neppure del collega giornalista che, avuta la notizia l’ha pubblicata, il problema è di chi dovrebbe vigilare e non ha vigilato o di chi doveva programmare e ha programmato…. troppo. Del resto si sa, quando si ha il doppio ruolo di controllato e controllore è facile lasciarsi prendere la mano ed il delirio di onnipotenza è sempre in agguato.

Fabio Folisi