Istituzioni: Fvg sale in cattedra per insegnare alle altre Regioni a conseguire “maggiori quote di autonomia”
Prove di disgregazione dello Stato italiano, il Fvg sale in cattedra, era già successo in passato con la Protezione Civile, provocando in realtà una certa insofferenza, al di là delle dichiarazioni di maniera, negli operatori della altre regioni italiane. Ora addirittura il Friuli Venezia Giulia metterà a disposizione delle altre Regioni la propria esperienza per contribuire al loro conseguimento di maggiori quote di autonomia. In realtà si ignora che ad un ventennio dalle modifiche al titolo V della Costituzione ( che trasferì abbondanti competenze) i disastri nelle Regioni, nel delirio falsamente federalista, sono stati enormi, come enormi le ruberie e i deficit generati. Ma evidentemente nei pruriti disgregativi di natura ideologica che si nascondono in parte delle forze odierne di Governo, si preferisce mettere la testa nella sabbia, evitando di analizzare gli errori fatti in passato e disconoscendo perfino che le ragioni istitutive delle Regioni a statuto speciale erano particolari e storicamente radicate e che oggi, pensare di allargare ulteriormente le autonomie a tutti, farà appiattire proprio quelle specialità e le loro effettive necessità, Aggiungiamo poi l’assurdità che queste spinte arrivano proprio da chi l’autonomia la possiede, è sintomo di stupidità o peggio di malafede. Comunque tornando alla nota pubblicata sulla bacheca ufficiale della Regione Fvg si spiega che l’offerta di “informazioni” vuole essere “un percorso che vuole riaffermare la possibilità per ogni amministrazione di poter gestire in proprio l’erogazione di servizi ai cittadini”. Presente a Roma con i suoi massimi vertici all’incontro che ha animato il confronto tra il Ministero degli Affari Regionali e i governatori, l’amministrazione del Fvg ha ricordato “come il concetto di specialità non esprima un’idea statica bensì dinamica, come peraltro dimostrato proprio dal Friuli Venezia Giulia che, dal 1963 a oggi, ha visto modificati numerosi parametri di compartecipazione con Roma”.
“Ed è proprio su queste premesse, si conclude la nota, che poggia infine la volontà dell’Esecutivo regionale Fvg di veder ampliati anche i propri margini di autonomia, come peraltro già contemplato dai Patti finanziari sottoscritti con il Governo a fine febbraio, riconoscendo così la virtuosità nella gestione delle finanze pubbliche che ogni anno garantisce piena copertura a importanti capitoli di spesa, primo su tutti quello sanitario”. Insomma c’è qualcosa di perverso nella posizione espressa dalla nostra Regione che pensa così di ottenere di più ma che invece finirà per essere piallata. I nostri vicini non aspettano altro, ma del resto l’idea della macroregione veneta è nel dna dei “padani”.