Kibbutz Contemporary Dance Company annulla la tournée: la guerra ferma la compagnia israeliana
Kibbutz Contemporary Dance Company annulla la tournée, i danzatori non possono lasciare il Paese a causa della guerra. Lo comunica ArtistiAssociati – Centro di Produzione Teatrale, si legge in una nota: “l’attesissimo spettacolo ‘Me Ani (Who I am)’ previsto in prima nazionale al Visavì Gorizia Dance Festival sabato 14 ottobre, alle 20.45, al Teatro Verdi di Gorizia, non potrà andare in scena a causa dei tragici eventi in corso in Israele che impediscono alla Kibbutz Contemporary Dance Company di lasciare il Paese e la costringono ad annullare la tournée. I biglietti acquistati in prevendita saranno rimborsati: sarà necessario presentarsi alla cassa di uno dei teatri che ospitano gli spettacoli di Visavì entro sabato 14 ottobre. La direzione artistica del festival grazie alla pronta disponibilità del Rijeka Ballet Company ha ideato sempre sabato sera alle 20.45 al Verdi di Gorizia, un evento aperto a tutta la cittadinanza con ingresso gratuito. Il Rijeka Ballet Company proporrà una prova aperta di un’assoluta novità: NOW AND NEVER AGAIN l’ultimo lavoro firmato da Jeroen Verbruggen e Maša Kolar il cui debutto è fissato a Rijeka per il prossimo 21 ottobre. Protagonisti nei due quadri della performance i danzatori della compagnia: Michele Pastorini , Noa Gabriel Siluvangi . Anna Zardi, Tea Rušin , Valentin Chou, Janne Boere, Thomas Krahenbühl , Ali Tabbouc, Álvaro Olmedo, Giorgio Otranto, Maria Matarranz de las Heras, Soyoka Iwata , Alejandro Pol, Mio Sumiyama , Federico Rubisse, Alessia Tacchini . Il resto del calendario resta invariato.
Domani, giovedì 12 ottobre davvero ricco il palinsesto: alle 18, al Kulturni Dom di Gorizia, Un discreto protagonista di Alessandra Paoletti e Damiano Ottavio Bigi, con lo stesso Bigi e Lukasz Przytarski, spettacolo selezionato da NID Platform 2023. A seguire, alle 20.45 , al Teatro Verdi di Gorizia l’attesissima prima assoluta di Cultus , nuovo lavoro di Roberto Zappalà ispirato musicalmente dalle meravigliose atmosfere delle musiche di David Lang, le voci dell’opera The Little Match Girl Passion composta nel 2007, vincitrice del premio Pulitzer per la musica nel 2008; voci che danno vita ad un lavoro di grande impatto sonoro con atmosfere sacre originariamente ispirate alla fiaba della piccola fiammiferaia di Hans Christian Andersen, e che certamente hanno un riferimento nella Passione secondo Matteo di Bach. Nella nuova creazione la fiaba di Andersen è solo parte dell’ispirazione musicale perché è la danza astratta, pura, ad essere protagonista assoluta. L’ispirazione arriva al coreografo catanese dicono anche da Bach e dalla sua Passione secondo Matteo , e dalla passione come sofferenza estrema che Cristo e l’uomo, ogni uomo, ogni donna, (ogni piccola fiammiferaia) porta con sé. Cultus nasce da una necessità e da una sfida. Il coreografo catanese in questo lavoro sente l’esigenza di un confronto tra la danza e la parola per sottolineare non solo la continuità ei punti di contatto ma anche e, soprattutto, gli strappi e le differenze; un confronto che è anche uno scontro tra due forme espressive che l’artista ha affrontato spesso nel suo percorso artistico. La sfida – che è anche scommessa con sé stesso, con la propria opera e il proprio percorso artistico – consiste nel trasformare in danza pura quello che, nella precedente creazione, era linguaggio testuale. Questo nuovo lavoro mette in atto la trasfigurazione di una drammaturgia in quadri emozionali di danza pura e, al contempo, propone un viaggio coreografico che procede dalla sofferenza causata dalla tortura, alla felicità della resurrezione.