La Buona Novella di Fabrizio De André giovedì prossimo a Mortegliano (Ud)
In occasione dei 50 anni dal suo concepimento (1969-2019) giovedì 11 aprile sarà presentata a Mortegliano l’esecuzione integrale di uno dei più significativi e coinvolgenti capolavori della canzone d’autore italiana: “La Buona Novella” di Fabrizio De André. L’appuntamento è alle ore 20.45 nella Chiesa della Santissima Trinità di Mortegliano (UD) con ingresso libero. La serata, promossa dalla Scuola di Musica Diocesana di Mortegliano in collaborazione con la Parrocchia di Mortegliano, la Pro loco, l’associazione Culturale “Coro Le Colone”, capofila del progetto “In direzione ostinata e contraria – Fabrizio De André” e dalla Fondazione “Fabrizio De André” di Milano, prevede l’esecuzione integrale del capolavoro “de andreiano” intervallato da riflessioni e commenti di quattro sacerdoti friulani: Don Nicola Borgo, Don Primo Degano, Don Pierluigi Di Piazza e Don Giuseppe Faidutti che, con le loro riflessioni commenteranno l’opera.
Così il Cardinal Ravasi Presidente del Pontificio consiglio per la cultura, su Fabrizio de André: «Il lavoro principale che dobbiamo fare è che l’alta musica, la musica colta contemporanea, ritorni ancora a toccare i temi spirituali, religiosi, ma dovrebbe succedere anche per quella cantautorale come a suo tempo Fabrizio De André con la “Buona novella”: ci sia sempre questa interrogazione sull’oltre e sull’altro». A eseguire le canzoni sarà un ensemble molto particolare composto da: Francesco Tirelli (voce, chitarra, percussioni, arrangiamenti), Andrea Martinella (oboe e corno inglese), Nicola Tirelli (pianoforte, sintetizzatori), Marco Bianchi (chitarra, effettistica), Antonio Merici (violoncello), Martina Gorasso ed Emanuela Mattiussi (cori). Scritto tra la fine degli anni sessanta e gli inizio degli anni settanta “La Buona Novella” è un concept album tratto dalla lettura di alcuni Vangeli apocrifi (in particolare, come riportato
nelle note di copertina, dal Protovangelo di Giacomo e dal Vangelo arabo dell’infanzia). Attraverso i Vangeli apocrifi, De André fa emergere la vocazione umana e terrena di Gesù, la
cui figura viene narrata attraverso la voce dei personaggi che hanno a che fare con lui e la sua storia. Spiegava De André: «La Buona Novella, voleva essere un’allegoria – era una allegoria – che si precisava nel paragone fra le istanze migliori e più sensate della rivolta del ’68 e istanze, da un punto di vista spirituale sicuramente più elevate ma da un punto di vista etico sociale direi molto simili, che un signore (Gesù di Nazareth) 1969 anni prima aveva fatto contro gli abusi del potere, contro i soprusi dell’autorità, in nome di un egalitarismo e di una fratellanza universali.»