La colpevole maggioranza silenziosa
Dopo quello che è successo allo Stadio Friuli, dove la partita tra Udinese e Milan è stata sospesa per 5 minuti perché il portiere ospite, Mike Maignan, seguito dai suoi compagni di squadra, è uscito dal campo perché stufo degli insulti razzisti a lui rivolti da alcuni spettatori della curva Nord, a me interessa molto poco sentir accusare «pochi sciocchi non tifosi» che si sono comportati in maniera indegna; che anche questo può aver influito sul pessimo risultato sportivo; che così ne esce compromessa la faccia «di una tra le città più civili d’Italia, spesso in prima linea per i diritti delle minoranze», anche perché tutta la scena è stata vista in diretta tv, come se la realtà diventasse tale soltanto se appare su uno schermo.
Mi interesserebbe molto di più se si cominciasse a mettere sotto accusa chi ha permesso che quei «pochi sciocchi non tifosi» facessero quello che hanno fatto. E non mi riferisco soltanto all’Udinese Calcio che, come tutte le Società delle serie maggiori di questo sport in Italia, è succube, o ricattata, e comunque colpevolmente silenziosa davanti a casi di razzismo, o di violenza, anche se ormai i loro introiti dipendono più dalle tv che dalle vendite dei biglietti.
Chiamo in causa soprattutto i tantissimi – se è vero che i cretini e i razzisti sono pochi – che erano presenti e che hanno permesso che accadesse quello che è accaduto, magari sorridendo, o con indifferenza, o anche disapprovando, ma in totale silenzio. Perché non sono pochi scemi – è un buon sinonimo di razzisti – a rovinare il nome di una città civilissima, ma i tanti che li hanno lasciati fare e, ancor prima, li hanno lasciati diventare quello che sono diventati. Perché una comunità diventa tale non soltanto se è capace di applicare la solidarietà, ma anche e soprattutto se si rende conto che sempre deve essere presente anche il concetto di corresponsabilità. Perché di quello che è successo allo Stadio Friuli siamo responsabili tutti, perché la cura di una comunità spetta a tutti coloro che di quella comunità fanno parte. È questa l’idea base sulla quale è nato il concetto di democrazia. è questa l’idea che, quando è mancata, ha spianato la strada all’avanzare di qualsiasi dittatura abbia deturpato questo nostro mondo.
E adesso? Adesso alla società non tocca soltanto di non lamentarsi davanti alle sanzioni che indubbiamente arriveranno, al minimo con la chiusura per un paio di partite della curva Nord: deve soprattutto chiedere scusa – e in maniera palese – a Mike Maignan, al Milan e a tutti coloro che amano lo sport e anche cominciare a punire coloro che sono i responsabili più apparenti di questa schifezza, individuandoli e togliendo loro il diritto di entrare allo stadio, anche restituendo una parte dei soldi dell’eventuale abbonamento.
Tenendo anche conto che questo stadio probabilmente non sarà squalificato, ma visto quello che vi succede, dovrebbe essere vietato ai minori perché se è vero che si impara dagli esempi, è altrettanto vero che anche gli esempi negativi, soprattutto se legati a una specie di impunità, devono essere considerati capaci di entrare nelle menti ancora in via di formazione.
E i tifosi? A loro spetta il compito più impegnativo: quello di fare la guardia a loro stessi, di non urlare soltanto contro l’arbitro, ma anche e soprattutto contro i propri compagni di tribuna, gradinata, o curva, se eccedono, se sconfinano nella violenza, nelle soperchierie, nel razzismo. Non si può stare zitti e sentirsi virtuosi solo perché, appunto, si è stati zitti. E magari poi lamentarsi perché la curva rimane chiusa. È come lamentarsi di come va una nazione dopo essersene sempre disinteressati e non essere andati neppure a votare.
Gianpaolo Carbonetto https://g-carbonetto.blogspot.com/2024/01/la-colpevole-maggioranza-silenziosa.html