La Corte Costituzionale ha bocciato il referendum sull’Autonomia. Si voterà per gli altri 5 quesiti

Ci sono volute sette ore di camera di consiglio, ma alla fine la Corte Costituzionale ha decretato l’inammissibilità del  referendum che puntava all’abrogazione totale dell’Autonomia differenziata- Si andrà al voto referendario sugli altri quesiti su lavoro e cittadinanza proposti dalla Cgil.

La Corte ha rilevato che “l’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari”. La Consulta si era già espressa il mese scorso in merito alla cosiddetta ‘legge Calderoli’, sottolineando – ai fini di compatibilità costituzionali – la necessità di correzioni su sette profili della stessa legge: dai Livelli essenziali di prestazione (Lep) alle aliquote sui tributi.

La Consulta ha invece dichiarato ammissibili i cinque referendum che riguardavano cittadinanza per gli extracomunitari, Jobs Act, indennità di licenziamento nelle piccole imprese, contratti di lavoro a termine, responsabilità solidale del committente negli appalti. In particolare,  4 referendum, promossi dalla Cgil, a cui i giudici costituzionali hanno dato il loro via libera riguardano la materia del lavoro: si tratta del referendum abrogativo del Jobs act sul contratto di lavoro a tutele crescenti e la disciplina dei licenziamenti illegittimi, oltre al quesito per l’abrogazione parziale delle norme sull’utilizzo dei contratti a termine. Un referendum riguarda l’abrogazione parziale delle norme sull’indennità in caso di licenziamenti illegittimi nelle piccole imprese, un altro, invece, tocca il tema degli infortuni sul lavoro negli appalti, e, in particolare, le norme sull’esclusione della responsabilità solidale del committente, appaltatore e subappaltatore.

Infine, via libera della Corte anche al quesito sulla cittadinanza, con il quale si chiede il “dimezzamento, da 10 a 5 anni, dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana”. I proponenti vorrebbero quindi ridurre il periodo di residenza legale continuativa necessario per richiedere la cittadinanza, abbassandolo da 10 a 5 anni. In molti paesi europei, come Francia e Germania, il periodo di residenza necessario per ottenere la cittadinanza è per esempio di 5 anni.

I cittadini saranno chiamati a esprimersi su questi quesiti in una domenica di primavera, una data tra il 15 aprile e il 15 giugno.