La fibra di canapa in edilizia – convegno tecnico a Valvasone
Venerdì scorso 7 luglio nella sala Roma del Palazzo comunale di Valvasone Arzene si è tenuto il convegno tecnico “La fibra di canapa in edilizia”, organizzato da APE FVG – Agenzia per l’energia del Friuli Venezia Giulia con il patrocinio del Comune di Valvasone Arzene e dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Pordenone, in co-organizzazione con il Collegio geometri e l’Ordine degli architetti di Pordenone e con il sostegno di Banca 360 FVG.
Presenti più di sessanta tra architetti, geometri, ingegneri, periti e tecnici che hanno ascoltato gli interventi di Gaia Dorigo (ERSA FVG), Norbert Lantschner (esperto di temi ambientali e ideatore di CasaClima), Mariaelena Alessandrini (CEO e co-fondatrice di Edilcanapa Srl) e Fabrizio Urru (APE FVG).
Gaia Dorigo dell’Agenzia Regionale per lo Sviluppo Rurale del Friuli Venezia Giulia ha aperto il convegno illustrando le caratteristiche botaniche della Cannabis sativa, della quale è possibile utilizzare semi, bacchette e infiorescenze: la parte della pianta che però interessa la bioedilizia è lo stelo, che al suo interno presenta il canapulo. Si tratta di una pianta che richiede poca acqua e che ben si adatta al nostro clima e al nostro terreno, infatti un tempo la filiera della canapa in Italia era molto sviluppata, e ad oggi in Friuli Venezia Giulia esiste un consorzio di aziende – Canapa Meleretum – che coltivano canapa.
Norbert Lantschner, ideatore del protocollo CasaClima, ha posto l’attenzione sulla necessità di una transizione materica, per modificare il nostro modo di abitare: il settore più impattante dal punto di vista delle emissioni climalteranti è l’edilizia, che consuma quantità esorbitanti di energia e metalli. Lantschner ci ricorda che “la valuta del benessere è l’energia”, finora però abbiamo pagato solo l’estrazione e non il vero costo che tiene conto dell’impatto totale della filiera. Se vogliamo raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione imposti dall’Unione Europea e dagli Accordi di Parigi dobbiamo necessariamente puntare sull’efficienza energetica e premiare l’utilizzo di materie prime rinnovabili, poiché “non si può fare economia se l’ecologia non funziona”.
Mariaelena Alessandrini ha ripercorso le tappe di costituzione dell’azienda Edilcanapa, fondata nel 2014 con base a Teramo, presentando dal lato pratico gli utilizzi della canapa in edilizia: l’azienda propone una vasta gamma di materiali, tra cui il mattone in canapa e calce, intonaci, malte, massetti e pannelli isolanti. Il pregio di questo materiale è proprio l’essere naturale (senza quindi cemento né materiale petrolchimico) e versatile, a favore di pose rapide, manodopera ridotta e recupero del materiale di scarto, che risulta riciclabile e riutilizzabile a fine vita. Altre caratteristiche prestazionali sono l’isolamento termico e acustico, l’elevata resistenza delle fibre, la leggerezza e la traspirabilità.
Fabrizio Urru ha concluso la prima parte del convegno ponendo l’attenzione sul tema dei CAM – Criteri ambientali minimi, strumento con cui in Italia è stata recepita la direttiva europea volta a incentivare l’utilizzo di prodotti e servizi migliori sotto il profilo ambientale (GPP – Green public procurement), e il cui principio alla base è quello dell’economia circolare, strettamente connesso al tema dell’edilizia eco-bio sostenibile.
Si è poi tenuta una tavola rotonda moderata dal direttore di APE FVG Matteo Mazzolini che ha coinvolto i relatori assieme al presidente di APE FVG Loreto Mestroni, a Gianpiero Casagrande di Zanette Group, specializzato nella produzione di prefabbricati e a Piero Petrucco vice presidente e amministratore delegato di I.CO.P. SpA nonché presidente della Federazione dei costruttori europei.
L’assessore regionale Cristina Amirante è intervenuta alla fine del convegno portando i suoi saluti e ricordando che “l’introduzione di una filiera di nuovi biomateriali, come la fibra di canapa che è a chilometro zero in quanto può essere prodotta sul territorio, rappresenta la chiave di volta per arrivare a un’edilizia sostenibile e locale che consenta di rivolgersi sempre meno a mercati esterni, con la garanzia dell’utilizzo di un prodotto completamente ecosostenibile”.