La Gazzata di Trump

Bisogna ammettere che il biondo che pensa di possedere, nemmeno comandare, il pianeta è prodigo di trovate che così, a prima vista, potrebbero suscitare al massimo ilarità. Il fatto è che il mondo è talmente pieno di fuori di cotenna, che anche gli azzardi più spinti rischiano di diventare realtà. Ce l’ha un po’ con tutti, almeno con coloro che bene o male fino ad oggi un minimo di senno e dunque di ragionevolezza nel difendere (almeno a parole) i diritti dell’umanità, lo dimostravano. D’ora in avanti pare che gli unici diritti da difendere, siano quelli legati al mondo degli affari e degli interessi personali e dei suoi accoliti (e della sua assatanata famiglia).

N.B. questa foto è un falso creato probabilmente dall’intelligenza artificiale, ma rappresenta bene la realtà

Fin dalla cerimonia di investitura di una ventina di giorni fa si era capito che aria tirasse a Washington e a chi volesse affidare il governo reale degli USA. Bastava buttare un occhio al muro di persone che facevano da sfondo a lui e alla moglie in versione cappello modello sergente Garcia, per capire come il nostro eroe intendesse interpretare il futuro del nostro globo. Un branco di avvoltoi pronti ad approfittare dei cadaveri di cui Trump intende riempire il suo mandato. Silicon Valley rappresentata dai suoi più alti esponenti, gente che i cui poteri economici sono di gran lunga maggiori delle riserve e dei pil di molti Stati. Persone che secondo la vulgata comune si sono fatti da soli e le cui proprietà sono cresciute all’interno dei garage californiani; self made men incensati da media e popolino, mentre sono in realtà faccendieri che hanno creato monopoli che condizionano le vite di miliardi di esseri umani. Il mito di Steven Jobs innalzato al ruolo di eroe, mentre sfruttando tecnologie nate per scopi militari ha creato un impero che può sfidare e ricattare i governi e la popolazione di mezzo mondo.
Antesignano di quel delinquente a nome Elon Musk, principale consigliere del nuovo padrone del mondo (o almeno così si crede di essere) che esalta i peggiori governi del pianeta e non nasconde il suo spirito fascista. Capopolo che si tira dietro tutti i governi illiberali sempre più numerosi, a partire da quello nostrano che si propone, nella figura della presidente del consiglio, di fare da tramite tra le due sponde dell’Oceano Atlantico.
Bene, questo soggetto ha, tra le altre cose, suggerito al suo capo (ad onor del vero non si capisce chi sia veramente il capo) la brillante idea di svuotare Gaza, ma tranquilli, anche a Cisgiordania, dai suoi legittimi abitanti per fare spazio ad un brillante futuro in cui la Striscia dovrebbe diventare una specie di Miami dove i ricchi miliardari vanno a svernare o a stabilirsi, un po’ come succedeva nel film “A qualcuno piace caldo”. Purtroppo anche Marilyn non c’è più e dunque non avremmo nemmeno la soddisfazione di ammirarla. E i palestinesi? Ma quelli sono arabi e dunque che vadano a farsi ospitare dai loro simili, la Bibbia dice che quelle terre sono state promesse (da chi?) al popolo eletto (da chi?) e dunque, per cortesia, facciamo spazio.
Esiste qualche problema con i vari Tribunali Internazionali? Ecchecazzo, boicottiamoli e mandiamoli a remengo. La gente vuole tornare nelle proprie terre violentate dai bombardamenti al tappeto che hanno raso al suolo il 90% delle abitazioni e distrutto i sistemi idrici, elettrici, gli ospedali, le scuole ed inquinato forse irreparabilmente le terre coltivabili ed ha stringente bisogno di tutto per potere ridare vita a quel fazzoletto di terra? No problem; chiudiamo l’agenzia USA (USAID) che distribuiva gli aiuti tramite la sua rete di ONG a mezzo mondo (viene definita l’agenzia con il maggiore budget, mentre in realtà è l’UE che contribuisce con il portafoglio più alto agli aiuti umanitari). Le condizioni previste dagli accordi di cessate il fuoco a Gaza che stabiliscono il numero di camion che possono entrare nella Striscia non vengono rispettate? Amen. L’importante è far capire alla gente che vivere in mezzo alle macerie rimaste al posto delle infrastrutture è quasi impossibile ed è meglio far fagotto e vedere se in giro per il mondo ci sia qualcuno disposto ad accoglierla.
La cosa più aberrante, però, è che di fronte a queste prepotenze non si alzi che qualche flebile voce che dica: “no, così proprio non si può”, che esiste almeno in teoria un modo di vivere che fa riferimento al diritto universale, che le azioni basate sulla prepotenza devono essere rimandate al mittente. Invece nella nostra vecchia Europa si fa a gara a prostrarsi di fronte ad un fanfarone megalomane il cui unico interesse è sfuggire alla legge e continuare il suo e dei suoi amici business. In questo del tutto simile al suo socio israeliano, Netanyahu su cui pende un mandato di arresto che secondo la maggioranza dei leader europei, a cominciare anche in questo caso da quelli italici, non può essere validato e dunque quel tribunale guidato da facinorosi comunisti deve essere sciolto. D’altra parte in Italia si è già passati dalla teoria alla pratica, fregandosene delle regole e convenzioni internazionali firmate (e dunque da rispettare obbligatoriamente) anche dal nostro Stato, facendo uscire da galera un fior di ricercato delinquente libico e riportandolo a casa nientemeno che con un volo di Stato. Mentre nel frattempo e dopo 10 mesi di galera, veniva processata per il reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina una kurda iraniana che se fosse tornata in patria sarebbe stata appesa come un salame. Meno male che alla fine la sua innocenza è stata dimostrata, naturalmente dopo essersi passata i 10 mesi nelle nostre accoglienti prigioni. La lotta ai trafficanti di esseri umani nell’intero globo terracqueo pare aver sbagliato direzione.
Ci sarebbe anche da dire, giusto per finire in bellezza, che di fronte a questi drammi e soprusi inaccettabili, non mi pare si sia ancora (non in Italia perlomeno) percepita la necessaria nausea. Certo, ci sono in molte città manifestazioni, cortei, ma le grandi risposte di una ventina di anni fa che portavano in un’unica piazza centinaia di migliaia di persone, che davano l’immagine e la dimensione dell’opposizione a questa follia, non ci sono più da troppo tempo. Forse sarebbe ora di darsi una mossa, di rimetterci assieme e di dimostrare che essere al governo non significa imporre le proprie scelte e le proprie idee, di far vedere che nonostante gli indecenti decreti e le misure “di sicurezza” che questi governi vogliono imporre, noi non ci stiamo e faremo tutto il possibile per ostacolarle. È una questione di numeri, di massa, di coesione necessaria a respingere questa barbarie.

Doc brino