La nuova frontiera delle truffa. Il settore energia e della transizione ecologica terreno fertile per le frodi
La notizia arriva dal vicino Veneto, ma riguarda anche molti friulani caduti nella trappola degli investimenti nel settore energetico. I finanzieri della compagnia di Conegliano, nell’ambito di un’indagine nei confronti di due società attive nel settore del cosiddetto efficientamento energetico, hanno svelato un meccanismo di frode a danno dell’Erario e dei clienti stessi delle società. In particolare, secondo le risultanze investigative, le due società hanno offerto a oltre 750 clienti un pacchetto di investimento comprensivo della vendita di apparecchi per l’efficientamento energetico (caldaie, condizionatori, inverter) di valore minimo e forniture pluriennali di energia elettrica e gas, che in realtà costituivano la maggior parte, se non la quasi totalità, dei pacchetti di investimento davano la possibilità di fruire delle detrazioni nelle dichiarazione dei redditi in materia di efficientamento energetico, su un importo complessivo di oltre 4 milioni di euro, in realtà non spettanti in quanto comprensive anche delle forniture di energia elettrica e gas, che non sono detraibili.
Inoltre, in molti casi, i clienti, su proposta delle società, hanno sostenuto gli ingenti investimenti ricorrendo ai finanziamenti finalizzati concessi da due intermediari finanziari convenzionati che, sulla base della documentazione predisposta dalle due società, hanno finanziato l’intero investimento in misura di gran lunga superiore al valore reale degli apparecchi di efficientamento. Le due società, sempre secondo le risultanze investigative, avrebbero impiegato in maniera irregolare oltre 100 lavoratori, occultato al fisco base imponibile per oltre 13 milioni di euro e hanno omesso di dichiarare e versare Iva e ritenute per oltre 5 milioni. Non versato anche all’Erario il canone Rai anticipato dai clienti, per oltre 103.000 euro. Infine, le due società hanno distratto gran parte del denaro incassato in anticipo dai clienti e dalle finanziarie, sono andate in bancarotta e non hanno più erogato le forniture pluriennali di energia. Insomma una mega truffa per la quale ora 32 persone sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Treviso, a vario titolo, per reati tributari, societari, truffa, riciclaggio, peculato e bancarotta fraudolenta. Il problema che quasi certamente i presunti truffatori sanno di rischiare tutto sommato poco. Il reato di truffa è infatti regolato dall’art 640 del codice penale e appartiene alla categorie dei reati contro il patrimonio e più nello specifico dei reati contro il patrimonio commessi mediante frode.
Per frode si intende un atto o comportamento diretto a ledere un diritto altrui con l’inganno.
Mediante il reato di truffa il truffatore induce qualcuno in errore utilizzando artifizi o raggiri, al fine di ricavare un ingiusto profitto con altrui danno. L’art 640 cp stabilisce che chiunque con artifizi e raggiri, inducendo qualcuno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 51 a 1.032 euro. In caso di truffa aggravata la pena è maggiore. La truffa aggravata, come probabilmente nel caso delle due società, si configura nell’ipotesi in cui il fatto è commesso a danno dello stato o di un altro ente pubblico o dell’Unione Europea. In questi casi la pena prevista è più severa rispetto all’ipotesi semplice. La pena è infatti quella della reclusione da uno a cinque anni e della multa da 309 a 1549 euro. Pene tutto sommato lievi soprattutto se si è incensurati. Fra l’altro esperienza di fatti analoghi racconta come per molti dei soggetti individuati nelle indagini sia in realtà difficile comprovare che il meccanismo è stato pianificato, o meglio, è facile prevedere che i soggetti più “furbi” abbino usato “schermi” di protezione (prestanomi) o società sacrificabili. Ovviamnete è presto per capire se nel caso di Conegliano la situazione sia questa, ma paradossalmente a rischiare sono anche i clienti delle due società, che hanno fruito del pacchetto “energia”, sono stati infatti segnalati ai Reparti della Guardia di finanza in tutta Italia (oltre un centinaio), per i riscontri sulle detrazioni operate nelle dichiarazioni dei redditi presentate. Così oltre al danno ci sarebbe anche la beffa, una beffa che potrebbe costare caro, si parla della restituzioni di somme consistenti per i singoli e complessivamente svariati milioni.