Bla, bla, bla come metodo diagnostico: la Regione Fvg inaugura un nuovo metodo di cura, teleassistenza al posto delle visite mediche fisiche
Secondo l’assessore ala salute Riccardo Riccardi la telemedicina è possibile soluzione per l’area montana pordenonese privata dal primo gennaio dal servizio di guardia medica. L’assessore, forse ispirato da Greta Thunberg, inaugura così una nuova branca della medicina, quella delle visite e cure con il bla, bla, bla digitale. In sostanza una sorta di dad sanitario. Intendiamoci nulla di pregiudiziale contro la teleassistenza certamente utile nel monitoraggio a distanza di pazienti con precise patologie conclamate, ma non certo la soluzione medica e umana più adeguata per le cure di eventi emergenziali soprattutto se indirizzati a pazienti anziani come la demografia ci racconta essere in montagna. “L’Amministrazione regionale, ha detto Riccardi, è pronta a sostenere ogni soluzione realistica per dare risposte al territorio della montagna pordenonese in un periodo storico in cui la carenza dei medici è un fenomeno non solo di quell’area ma di tutto il Paese. Per questo apprezzo la condivisione strategica con i sindaci del territorio e la direzione di Asfo insieme ai quali a breve analizzeremo la situazione relativa agli attuali dati della presa in carico non urgente comparandola alle possibili soluzioni migliorative all’interno del perimetro della continuità assistenziale. Da qui potremo iniziare a individuare gli strumenti necessari per avviare un percorso sperimentale di telemedicina in quella parte di territorio”. Questa la risposta dell’assessore regionale alla salute Riccardo Riccardi all’allarme che arriva da giorni dalle comunità della montagna pordenonese che dal primo gennaio si vedrà privata del servizio di medicina territoriale della guardia medica. La soluzione paventata dall’assessore sarebbe quella “tecnologica”, telemedicina che oltre ad essere una comprovata disumanità nel rapporto medico paziente, diventa drammatica nel caso di pazienti anziani e non certo nativi digitali come quelli presenti soprattutto in aree di montagna. Non sappiamo se sia vero come afferma Riccardi, che nel collegamento online con i sindaci dei Comuni vi è stata “la condivisione strategica” vedremo se r come i sindaci di Claut Gionata Sturam, di Meduno Marina Crovatto e Anduins di Vito d’Asio, Pietro Gerometta, con collegati da remoto anche i referenti di altri Comuni fra i quali Frisanco, Erto e Casso, Barcis, Castelnovo del Friuli, Andreis, Tramonti di Sopra spiegheranno ai loro cittadini che quando stanno male devono risolvere al telefono autovisitandosi e raccontando al medico all’altro capo i risultati di auscultazioni e palpazioni varie, medico che con doti divinatorie da sciamano digitale emetterà diagnosi e cura. In sostanza a leggere quanto racconta l’agenzia di stampa ufficiale della giunta regionale Arc la soluzione “tecnologica” sarebbe accolta quasi con entusiamo e la chiusura in via sperimentale ??? del servizio di Guardia medica nei tre Comuni a partire dal 1 gennaio 2022 è confermata. Una situazione che, comunque come ha spiegato il direttore generale dell’Asfo, Joseph Polimeni, presente alla riunione, racconta sempre ARC, sarà monitorata e a sei mesi dalla riorganizzazione verrà valutata l’opportunità di eventuali nuovi interventi. Come ha illustrato Polimeni la chiusura del servizio delle sedi periferiche dei tre Comuni a bassa affluenza di utenti e l’afferenza dei rispettivi Comuni per il servizio alle sedi principali di Maniago e Spilimbergo nello stesso distretto delle Dolomiti, è sperimentale (quindi ampiamente definitiva come da prassi consolidata ndr) e nasce dal nuovo assetto organizzativo di Asfo; la modifica ha come obiettivo quello di garantire maggiormente la continuità assistenziale medica vista la persistente carenza di disponibilità di medici a coprire i turni ad elevato flusso di utenza nelle sedi di guardia medica nell’Azienda sanitaria Friuli occidentale (Pordenone, Azzano Decimo, Sacile, San Vito al Tagliamento, Spilimbergo, Maniago). Il servizio di assistenza medica per le urgenze sanitarie viene comunque sempre garantito ed è gestito dal dipartimento d’emergenza di Asfo. Riccardi dal canto suo ha ribadito il dato oggettivo ovvero la riduzione dei medici di continuità assistenziale “un fenomeno che riguarda l’intero Paese e che auspico venga affrontato insieme; se i medici mancano dobbiamo cercare di trovare delle soluzioni compatibili con il livello del bisogno di salute. Comprendo la preoccupazione dei territori e auspico si possa trovare un approccio di condivisone per risolvere il problema”. “Rassicuriamo i cittadini – ha proseguito Riccardi – con un sistema di presa in carico, quando non riguarda le urgenze ma la continuità assistenziale, attraverso la telemedicina, la teleassistenza. Un tema che l’Amministrazione regionale si impegna ad affrontare insieme con i sindaci e l’Azienda sanitaria”. Riccardi ha ribadito l’importanza di garantire la presa in carico delle esigenze di salute dei cittadini anche con modalità organizzative oltre il mantenimento delle sedi di guardia medica. Fra le ipotesi da valutare quindi anche la modalità proattiva in teleassistenza da attivare nell’area montana del pordenonese. Insomma siamo al bla, bla, bla anche come metodo di cura e, scusate il francesismo, alla presa per il c… dei cittadini della montagna sempre di più “figli di un dio minore”.