Lamorgese: “Da oggi l’Italia non è più sola”: accordo per ricollocazione obbligatoria dei migranti in Europa, ma la rotazione dei porti resta volontaria

Luciana-Lamorgese

Difficile dire se l’accordo sui migranti siglato oggi a Malta che prevede la distribuzione automatica dei migranti in Europa, possa considerarsi effetto diretto del fatto che il “capitano” (per le ovvie ragioni conosciute) non può più chiudere porti. Ma di certo se lui fosse ancora i ministro degli interni italiano l’accordo odierno non sarebbe stato siglato, anche se bisogna ammettere che forse, senza aver assaggiato l’inumano calice amaro dispensato da Matteo Salvini , le sensibilità europee sarebbero state meno pronte a risolvere una questione che non è certo di ieri e che  neppure era nata dopo la nascita dei governo “giallo verde” che tanto, evidentemente, ha spaventato le cancellerie europee. Comunque sia  oggi al termine del vertice sull’immigrazione a Malta è stato raggiunto tra i Paesi partecipanti un accordo per i ricollocamenti dei richiedenti asilo in “tempi molto rapidi”. Lo ha riferito il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese a conclusione dei lavori, ai quali hanno partecipato anche i rappresentanti di Francia, Germania, Malta, Finlandia e il commissario europeo Dimitris Avramopoulos. La bozza di accordo, ha spiegato il neoministro degli interni italiano prevede che “entro quattro settimane” i migranti richiedenti asilo vengano ricollocati in altri Paesi che si faranno carico delle procedure di verifica dei requisiti e degli eventuali rimpatri.  Insomma non è il completo superamento di Dublino ma è certo un passo avanti.  “Da oggi l’Italia non è più sola”, ha aggiunto Lamorgese. “Sono molto soddisfatta”, ha detto il ministro, “sono stati sciolti i nodi politici più delicati”, ed è stato fatto “il primo passo concreto dell’approccio ad un’azione comune europea”. “E’ nostro interesse – conclude il ministro – che l’accordo sia condiviso al massimo anche da altri Paesi”. La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese quindi ha portato a casa un risultato significativo inppensabile solo due mesi fa quando il muro contro muro voluto da Salvini sembrava granitico.  Il meccanismo di redistribuzione automatica dei migranti salvati nel Mediterraneo settentrionale da navi umanitarie, militari o commerciali riguarderà non solo chi ha diritto alla protezione umanitaria ma tutti i richiedenti asilo, cioè la quasi totalità di chi sbarca. La redistribuzione (tra i Paesi che aderiranno) sarà obbligatoria e lo Stato che riceverà la sua quota di migranti dovrà farsi carico dell’accoglienza, della valutazione dell’istanza di asilo ma anche dei rimpatrio di chi non ha diritto. Resta però una nota dolente che farà gridare la Lega al tradimento.  Gli sbarchi in quanto tali continueranno a essere soprattutto appannaggio dei porti italiani e maltesi: la rotazione dei porti, altro concetto che all’Italia stava a cuore, avverrà infatti soltanto su base volontaria, dunque, tranne che in momenti di particolare pressione, sarà poco probabile che altri Paesi si offrano di ospitare le navi nei loro porti.   Comunque soddisfatto anche il premier Conte:  Al vertice di Malta sui migranti è passato il principio che  “chi sbarca in Italia, sbarca in Europa” ha sottolineato  il premier da New York, dove partecipa al summit speciale sul Clima a Palazzo di vetro. Pur  non essendo una soluzione definitiva, ha spiegato, “prendiamo atto che c’è stata svolta molto significativa, che in passato non eravamo riusciti a  raggiungere”. Per Conte, è stato “avviato un percorso che  prefigura il giusto approccio”, quello che lui dice di avere  promosso fin dal suo primo consiglio europeo nel 2018 dicendo  ai suoi omologhi: “Se l’Italia è in Europa, non potete  pensare che un Paese di primo approdo sia lasciato solo”. Il  principio di “chi sbarca in Italia, sbarca in Europa”,  secondo Conte, “ora va perfezionato, si apre al contributo di  altri Paesi non rappresentati a Malta”. Per Conte, “non ci  sono solo paesi più responsabili, gli altri non possono nascondersi più”. A chi gli ha chiesto se sono previste  sanzioni, Conte ha detto: “Questo meccanismo tradurrà le  regole Ue, chi non partecipa a questo meccanismo resterà  penalizzato”.  “Non possiamo lasciare sole Italia e Malta” ha detto il ministro dell’Interno tedesco, Horst Seehofer, nella conferenza stampa tenuta con i colleghi dei due Paesi e di Francia e Finlandia e del commissario Ue per gli Affari interni a conclusione del mini vertice de La Valletta sulla questione migranti. Seehofer ha sostenuto che oggi sono state individuate “misure chiare nella redistribuzione dei migranti. L’8 ottobre si discuterà su questo”. Il ministro tedesco si è detto convinto di uno sviluppo della cooperazione europea nei prossimi anni, “sono ottimista che riusciremo a costruire in futuro una politica comune. Oggi le probabilità sono aumentate”.