L’annunciato “giorno della rivolta” dei Novax/Nopass nelle stazioni ferroviarie avrà l’effetto di accelerare l’obbligo vaccinale?
Vedendo che la protesta contro vaccini e green pass rischia di creare problemi serissimi a tutti e che, come è noto, i nuovi ricoverati che drenano risorse sanitarie agli altri malati sono prevalentemente non vaccinati, verrebbe la voglia di tifare per il virus o quasi… quasi perchè basta uno incolpevole, per far scattare in noi quella solidarietà umana evidentemente sconosciuta ai Novax che arrivano a negare l’evidenza in un delirio complottista ormai patologico. Meglio quindi prevalga il buon senso, anche mediaticamente, evidenziando la diversità fra la maggioranza degli italiani che si fidano a milioni della medicina come diga da contrapporre a chi, in preda all’isteria, minaccia e picchia medici e giornalisti, rei ai loro occhi di perorare la causa della scienza, quella scienza che nell’ultimo secolo ha fatto innalzare moltissimo l’aspettativa di vita grazie ad antibiotici e, guarda caso, vaccini. Insomma la vecchia lotta fra il bene e il male si ripropone nettissima. Certo non tutti i Novax sono dei soggetti pericolosi, molti sono solo persone sulle quali prevalgono i dubbi, altri sono solo ignoranti e questi andrebbero edotti e convinti e solo come ultima ratio costretti. Ma proprio l’atteggiamento dei violenti e l’ottusa resistenza sta facendo avanzare a passi da gigante la probabilità dell’obbligo vaccinale per legge, perchè quella della dittatura sanitaria è una favola senza fondamento giuridico alcuno. Sicuramente, anche da questo punto di vista, potrà essere determinante nell’accelerare il processo decisionale che siamo certi è quasi inevitabile, quanto avverrà il 1 settembre prossimo. Quel giorno è considerato dalla tribù dei Novax e Nopass il giorno della rivolta contro vaccini e lasciapassare, insomma la madre di tutte le battaglie. E come tutte le battaglie c’è da temere finirà nella violenza, i segnali ci sono tutti. Basta vedere il tam tam impazzito sui social e sui gruppi chiusi Telegram e WhatsApp che annunciano il richiamo alle “armi” e che profetizzano che centinaia di manifestanti saranno pronti a bloccare una cinquantina di stazioni ferroviarie da Nord a Sud con la parola d’ordine: “Se non partiamo noi non parte nessuno!” Insomma un annuncio di rivolta che inizia ad assumere i contorni dell’associazione a delinquere dato che, in ballo non è il reato di manifestazione non autorizzata, reato sempre labile in una democrazia, ma quello di interruzione di pubblico servizio che, quando si ferma un treno, non è negoziabile. Ma è chiaro che questo annunciato “blackout” ferroviario nel giorno in cui diventerà obbligatorio esibire il green pass per entrare in ferrovia e salire sui treni a lunga percorrenza, rischia di diventare occasione per violenti e facinorosi di cercare lo scontro. Vedremo quale atteggiamento assumeranno le questure, molto dipenderà dall’effettiva azione di picchettaggio di treni e stazioni, ma sarebbe bizzarro che le forze dell’ordine, alle quali è spesso dato mandato di caricare gli operai che protestano per difendere il proprio posto di lavoro, non sgombrino i Novax che non hanno ragioni reali di protestare. Ma non solo trasporto, ovviamente il problema dei Novax riguarda anche altri settori sensibili come la scuola e gli ospedali, ma quello slogan, riecheggiato più volte nelle piazze dei negazionisti del Coronavirus: “Basta dittatura, libertà, libertà” è ossimoro della loro personalità. Essendoci infatti in questo “movimento” gruppi neofascisti appare palese che loro con la “dittatura” quella vera e sanguinaria dovrebbero avere dimestichezza, mentre la libertà che oggi invocano l’hanno sempre tolta.