L’Assessore Riccardi approva l’abbattimento di quasi 400 alberi a Cattinara scaricando le responsabilità
L’Assessore regionale alla Salute Riccardo Riccardi ha risposto intorno alle 17 di oggi, giovedì 18 gennaio 2024, durante la seduta della Terza Commissione del Consiglio regionale, anche all’interrogazione orale dal titolo “Salvaguardia della Pineta di Cattinara, anticipazione della ristrutturazione delle due torri e ridefinizione del progetto di trasloco del Burlo Garofolo”, presentata dal Consigliere Furio Honsell (Gruppo misto – Open Sinistra) il 14 agosto 2023 d’intesa con il Coordinamento Salviamo il Burlo e la pineta di Cattinara. Questa la risposta orale di Riccardi, che abbiamo registrato e che trascriviamo integralmente di seguito:
«Il progetto di ristrutturazione e ampliamento dell’ospedale di Cattinara e di realizzazione della nuova sede del Burlo Garofolo ha acquisito la conformità urbanistica il 20 agosto 2014 a seguito dell’ottenimento di tutti i pareri e le autorizzazioni di legge che con particolare riguardo agli aspetti ambientali dell’oggetto di tutela sono: Soprintendenza 20 agosto 2014, Direzione centrale Infrastrutture – Servizio Tutela del Paesaggio e Biodiversità 18 luglio 2014, Direzione centrale dell’Ambiente – Servizio Valutazioni ambientali 11 agosto 2014, Direzione centrale Attività produttive – Ispettorato Agricoltura e Foreste 22 agosto 2014, Direzione centrale Servizio Pianificazione territoriale 22 agosto 2014.
Mi corre l’obbligo di riportare testualmente il Decreto 1628 dell’11 agosto 2014 inerente la verifica all’assoggettabilità di VIA: “In relazione alle componenti vegetazionali, faunistiche e alla sostenibilità dell’intervento era già stata affrontata in modo esauriente all’interno della relazione di VAS. In tale documento vengono trattati e valutati esaustivamente gli impatti potenzialmente determinanti sugli habitat naturali e semi-naturali che caratterizzano le zone circostanti e in particolare le aree di Rete Natura 2000 più prossime, la cui distanza minima è di circa 600 metri. Viene compiutamente trattato altresì l’impatto acustico determinato sulla componente avi-faunistica accertando per ogni specie avicola considerata la non sussistenza di effetti negativi. Vengono infine trattati i potenziali impatti sulla flora e sulla fauna dimostrando la non significatività dell’impatto determinato”.
Questi sono i pareri del 2014 che, se non ricordo male, ma se ricordo male mi scuso, ma temo di ricordare bene, siano stati sottoscritti nella sua funzione di legale rappresentante dell’azienda dall’attuale responsabile del settore sanità del Partito democratico, che era il Direttore generale dell’Azienda sanitaria. E mi si chiede che debba fermare un’operazione di questo genere a questi anni di distanza con tutti gli sforzi conseguenti a queste decisioni, non decisioni che ha assunto questa Amministrazione, con le conseguenti responsabilità di natura erariale e alle inevitabili conseguenze di un procedimento che non ha una motivazione endoprocedimentale per essere bloccata. Quindi i contenuti e le affermazioni riportate nell’interrogazione, che io rispetto, vanno indirizzati inevitabilmente a coloro che hanno assunto questa cosa, che mi sento di difendere.
Per quanto concerne i contenuti del progetto del nuovo Burlo, sono state individuate in maniera congiunta le modifiche da apportare al progetto al fine di renderlo coerente e adeguato alle esigenze attuali e future dell’istituto di ricerca. Sono state definite le attività legate alle funzioni del Burlo e la nuova implementazione della ristrutturazione delle torri, realizzabile solo previa realizzazione dell’edificio del “cube hospital”, naturalmente effetto delle conseguenze della pandemia. Allo stato quindi non credo che si possa procedere ad anticipare la ristrutturazione delle torri esistenti. E quindi il progetto inevitabilmente ha la funzione di poter e di dover procedere».
Honsell ha chiesto a Riccardi se poteva trasmettergli la nota scritta. L’Assessore ha risposto di no, poiché così prevede il regolamento del Consiglio regionale per le interrogazioni a risposta orale. Il Consigliere ha allora replicato:
«Lei giustamente ha citato decisioni prese ormai 10 anni fa. Non solo le problematiche sono mutate. Le ricordo che la COP di Parigi è avvenuta dopo. La sensibilità è mutata. Se adesso, in virtù di un principio di continuità, uno decide comunque dieci anni dopo di irrigidirsi in qualche misura e pietrificarsi su una decisione presa quando sono mutate le condizioni, il contesto, le sensibilità, le problematiche, la percezione di quanto sia importante l’ambiente e l’aspetto naturale… Certo che, se lei mi oppone il rischio che ci possano essere dei danni erariali e quindi delle responsabilità individuali, messo in questi termini nessuno può pretendere che le persone se lo prendano. Però certamente è questione di scelte politiche, e la politica non è succube di nulla. La politica dovrebbe guidare. Questa è un’interrogazione soprattutto di carattere politico. Quante leggi sono state modificate che avevano comunque avuto dei costi per essere poste in essere? In questo caso, se le cose non sono state fatte per oltre dieci anni, c’era forse un motivo. E certamente ostinarsi a lasciare che la corrente vada avanti mi sembra che sia un modo in cui la politica abdica a un ruolo di guida. Cioè si limita appunto a essere un mero… Mi sarei aspettato una risposta di questo genere da un burocrate, che si limita a porre il problema dell’adeguatezza, non di chi come politico vuole ottenere dei risultati per migliorare la qualità della vita nella propria comunità. Pertanto prendo atto che non c’è nessun margine per poter modificare quello che sta avvenendo. Penso che sarà un grave danno. Magari la responsabilità erariale non sarà sua. Però certamente io credo che la responsabilità morale sarà di questo Consiglio, che non ha avuto la forza di modificare una scelta oggettivamente sbagliata».
Paolo Radivo
Portavoce del Coordinamento Salviamo il Burlo e la pineta di Cattinara
In sostanza l’Assessore dice che il progetto di ristrutturazione e ampliamento dell’ospedale di Cattinara e di realizzazione della nuova sede del Burlo Garofolo ha avuto il via libera formale ai tempi della Giunta Serracchiani con l’avallo anche dell’allora Direttore generale dell’allora Azienda sanitaria triestina, il quale oggi sarebbe il responsabile del settore sanità del PD, e che fermare o ridefinire il trasloco del Burlo comporterebbe, per Riccardi stesso, responsabilità erariali che lui non vuole assumersi, anche perché condivide tale operazione. Subito dopo però si contraddice affermando che «sono state individuate in maniera congiunta le modifiche da apportare al progetto al fine di renderlo coerente e adeguato alle esigenze attuali e future dell’istituto di ricerca».
Quindi aver modificato il progetto definitivo del 2014 e persino quello esecutivo del 2021 non comporta responsabilità erariali? I due progetti erano inidonei? La ristrutturazione delle torri si potrebbe fare solo dopo aver costruito, nel cortile dell’ospedale, il “cube hospital” (o “cubone Covid”) da otto piani, non previsto né dal progetto definitivo, né da quello esecutivo, né da alcuno degli Accordi di programma, né da nessun documento ufficiale dell’ASUGI e della Regione? Costruire lì il “cube hospital” invece del giardino previsto dal progetto definitivo del 2014 per compensare l’abbattimento di quasi 400 alberi sani e maturi sarebbe una modifica progettuale priva di implicazioni erariali? Anche ricavare le nuove quattro sedi aggiuntive per il futuro Burlo a Cattinara annunciate a sorpresa in una conferenza stampa il 3 febbraio 2023 da Regione, ASUGI e Rizzani de Eccher sarebbe una modifica progettuale priva di implicazioni erariali?
Riccardi dice quindi di non poter evitare l’abbattimento degli alberi della pineta, del parcheggio dipendenti e del piazzale degli autobus trincerandosi dietro la Valutazione ambientale strategica del 2014 e sostenendo che altrimenti avrebbe grane giudiziarie. Però approva con disinvoltura le nuove edificazioni non previste e la rinuncia ad un’area verde compensativa. Ha le mani legate in un caso, ma non negli altri?
Le discutibili modifiche già concordate tra Regione, ASUGI e ditta appaltatrice non dimostrano forse che modificare i progetti è lecito, se lo si fa di comune accordo con la ditta appaltatrice?