Lavoratori della sanità che vogliono conseguire una specializzazione, la proposta di Liguori per farli restare in regione

I professionisti non medici, quali biologi, farmacisti, chimici, e altri, rivestono un ruolo cruciale nel sistema sanitario e dell’assistenza, contribuendo significativamente al progresso e al benessere delle comunità del Friuli Venezia Giulia. I posti nelle scuole di specializzazione sono però limitati, ecco perché la Consigliera regionale Simona Liguori propone alla regione di dare il via libera ai posti in sovrannumero anche in Friuli Venezia Giulia. “E’ necessario – spiega Liguori – che la regione si attivi per promuovere e adottare misure concrete al fine di consentire l’istituzione di posti in sovrannumero nelle scuole di specializzazione e garantendo così la possibilità di attingere ad un elevato livello di competenza e professionalità nei settori scientifici e sanitari”.

“La limitata disponibilità di posti – continua Liguori – nelle scuole di specializzazione costituisce un ostacolo alla formazione avanzata di professionisti non medici, compromettendo lo sviluppo di competenze specialistiche e riducendo l’implementazione dei servizi offerti. Ciò crea una situazione di empasse per molteplici professionisti della Sanità della nostra Regione che già lavorano da diversi anni in Strutture convenzionate e negli IRCCS”.

Liguori cita anche il caso dell’Università di Padova, dove sono consentiti 15 posti in sovrannumero. “In altre Regioni si consente la possibilità di andare in sovrannumero, avendo compreso l’importanza del problema. Invece da noi i professionisti sono messi nelle condizioni estreme di dover decidere tra la scelta di formarsi in altre Università, fuori dalla nostra Regione, e quella di mantenere il posto di lavoro conseguito con tanti sacrifici e a loro necessario. Va preso esempio da chi ha saputo agire per tempo evitando di perdere delle opportunità, procedendo con un urgente monitoraggio del fabbisogno della Regione Fvg di quale sia la necessità di questi posti sovrannumerari che, se attivati, darebbero la possibilità a chi già lavora nel mondo della sanità di formarsi continuando a lavorare in Regione. E’ necessario – conclude Liguori – adottare misure concrete al fine di consentire l’istituzione di posti in sovrannumero”