L’azienda sanitaria pordenonese destina 10 milioni alla Regione per ripianarne il bilancio…..
L’ ASFO (Azienda sanitaria Friuli occidentale) fa utili nell’ anno della Pandemia e li destina alla contabilità. si questo il titolo di una nota della Cgil pordenonese. “Leggiamo con stupore e con un certo sconcerto, la decisione dell’ Azienda Sanitaria del Friuli Occidentale, che non solo chiude con un utile di quasi 10 milioni di euro, nell’ anno della più grave emergenza sanitaria del secolo, ma decide pure di destinare queste risorse al ripiano del bilancio regionale. Ci spieghiamo così le mancate conferme dei lavoratori a termine in piena emergenza sanitaria, l’ aumento delle liste di attesa dei cittadini su molti dei servizi della Sanità territoriale, i turni e gli straordinari del personale per fronteggiare la crisi, le ferie saltate, la mancanza cronica di oltre 190 persone in organico, fra medici ed infermieri, che da tempo i sindacati della Sanità denunciano. Senza le risorse aggiuntive stanziate da Governo e Regione avremo probabilmente assistito ad un crollo della Sanità Pubblica nella provincia. No solo, anziché destinare immediatamente l’ utile di bilancio al rafforzamento degli organici, alle criticità dei servizi sanitari o agli investimenti necessari, viene
annunciato che esso andrà a ripianare il bilancio regionale. Abbiamo da tempo la certezza che a dirigere la Sanità della nostra provincia ci siano dei contabili e che sia praticamente impossibile discutere degli investimenti urgenti per rafforzare la nostra sanità dopo la crisi del sistema che la drammatica emergenza sanitaria ha messo a nudo; che sia impossibile farlo con simili interlocutori. La domanda che ci poniamo dunque è sempre la stessa di un anno fa: le forze politiche, le istituzioni della nostra provincia, le amministrazioni comunali non hanno nulla da dire ?”
La domanda della Cgil è ovviamente retorica dato che le amministrazioni comunali sono in massima parte legate alla gestione politica regionale che anche in questo caso, ovviamente, spiegherà che le scelte sono della aziende e che loro, Riccardi e Fedriga in testa, non hanno nessun ruolo in quelle decisioni.