Legambiente: la variante “scuole” al Piano regolatore venga ritirata. Monfalcone non può permettersi un ulteriore consumo di suolo
Con le osservazioni alla variante n°69 al PRGC, presentate all’amministrazione comunale di Monfalcone nei giorni scorsi, Legambiente ribadisce la propria contrarietà (già espressa con un precedente comunicato stampa il 7.8.2021) alla creazione di una cittadella degli studi per gli ISIS Buonarroti e Pertini, in una zona periferica e chiede di revocare l’atto amministrativo. Va ripensata una collocazione della sede del Liceo Buonarroti che possa soddisfare le esigenze della comunità scolastica senza erodere ulteriore suolo ed evitare altre criticità che il trasferimento della scuola ai margini della città potrebbe determinare. Per quanto riguarda l’ISIS Pertini, invece, l’associazione, dati alla mano, ritiene che non ci sia alcuna necessità di cercare una nuova sede, stante l’attuale disponibilità di spazi e le proiezioni demografiche future.
Una prima considerazione da fare, si spiega nel documento, è la mancanza di un’analisi dei possibili scenari demografici per il prossimo decennio che possa giustificare la creazione della megastruttura scolastica ipotizzata. Tutte le proiezioni sono concordi nel confermare per il prossimo futuro una sorta di “inverno demografico” che difficilmente non comprenderà anche Monfalcone e il suo territorio, pur se oggi, in città, il fenomeno è in controtendenza. Un articolo comparso sul quotidiano locale “Il Piccolo” a firma di Francesco Jori il 24 novembre scorso, riporta con preoccupazione che “…nelle scuole della nostra regione, negli ultimi tre anni c’è stata un’emorragia di 6.000 studenti, mentre le proiezioni a dieci anni parlano di un crollo del 20 per cento.”
Oggi, mentre al Buonarroti gli iscritti sono in aumento, al Pertini la tendenza non è così accentuata e registra un netto calo all’indirizzo professionale enogastronomia e ospitalità alberghiera, che ha sede a Grado. Contrariamente a quanto ipotizzato nelle intenzioni della variante urbanistica, l’Ufficio Scolastico Regionale sembra aver recentemente confermato l’attuale collocazione. In tal caso sarebbe ancora più incomprensibile uno spostamento del Pertini dalla sede attuale.
A contraddire la necessità di una nuova sede per il polo tecnico professionale, Legambiente avverte che in tale ambito sono in corso importanti lavori di ammodernamento delle aule e dei laboratori, sia nelle sedi di via Baden Powell e Boito che in quella di Grado. Sul sito dell’ISIS Pertini
( https://www.isispertini.edu.it/ ) si possono consultare i progetti avviati e finanziati con fondi PNRR e FESR per centinaia di migliaia di euro. Anche l’Ente di Decentramento Territoriale (EDT) sta investendo molte risorse: nella sede di via Baden Powell, a solo titolo di esempio, sono in corso di realizzazione interventi di rinforzo antisismico per € 872.000 ed altre opere di adeguamento per centinaia di migliaia di euro.
Probabilmente le agenzie erogatrici dei fondi PNRR e la Corte dei conti avrebbero qualcosa da dire sullo spreco di denaro pubblico che si manifesterebbe se l’Istituto scolastico fosse trasferito e la struttura, appena sistemata e adeguata, rimanesse inutilizzata.
Legambiente mette in guardia anche dall’allontanamento dal centro degli studenti, che ostacolerà un accesso agevolato a servizi ed all’opportunità di raggiungere punti strategici del centro (Biblioteca, teatro, le colline carsiche per escursioni didattiche…) oltre a costituire un danno economico agli esercizi commerciali frequentati abitualmente dagli studenti. Crediamo che la dimensione relazionale tra scuola e territorio si esprimano compiutamente soprattutto nella relazione quotidiana degli studenti con la vita civile di Monfalcone, concetti ben sintetizzati e rimarcati nel PTOF dei due Istituti scolastici coinvolti.
Un aspetto inaccettabile è rappresentato dal considerevole Consumo di suolo, ben 35.000 mq!
L’ISPRA (Istituto Superiore per lo Sviluppo e la Ricerca Ambientale) nel rapporto pubblicato a novembre, mostra un quadro di generale aumento di occupazione di suolo integro in Italia, con il Friuli Venezia Giulia che non fa eccezione: nel 2022 sono stati occupati da nuove edificazioni 65 ettari rispetto all’anno precedente e Monfalcone detiene il primato regionale, avendo già consumato il 45,9% della sua superficie, https://www.isprambiente.gov.it/it/attivita/suolo-e-territorio/suolo/il-consumo-di-suolo/i-dati-sul-consumo-di-suolo .
Dal punto di vista idrogeologico, l’area di via Grado, pur non presentando immediati pericoli idraulici secondo il vigente PGRA (2020-2027) del Bacino Distrettuale delle Alpi Orientali dovrebbe considerare gli scenari climatici futuri, in particolare per quanto riguarda l’innalzamento previsto dei mari ed il conseguente arretramento della linea di costa, e la probabile risalita della falda, che in quella zona si trova dai 1,5 ai 2,5 m dal piano campagna (dati bibliografici e sondaggi del geologo Maurizio Comar).
Produrre una apposita variante di destinazione d’uso del suolo per realizzare una cittadella degli studi sovradimensionata, appoggiata su un substrato per il quale si prospettano problematiche di tipo geologico-idrauliche, con costi di realizzazione non quantificabili al momento (riporti di terra, rinforzi delle fondamenta, condotte sotterranee e pompaggio delle acque…) è un azzardo che chi gestisce il patrimonio pubblico non può permettersi.
Un ulteriore punto critico è rappresentato dalla mancanza di uno studio della viabilità dell’area che ponga in evidenza le problematiche che si potranno generare nei momenti di maggior afflusso di traffico durante le fasce orarie di entrata e uscita degli studenti e del personale scolastico.
Dato per scontato che l’accesso da via Gramsci all’area indicata dalla variante debba essere escluso, in quanto utilizzato dalle aree residenziali e per l’accesso alla scuola dell’infanzia “Lo Scarabocchio”, l’accesso da via Grado, in corrispondenza della rotatoria a tre assi in prossimità del “Kinemax”, presenta criticità che si possono dedurre dai documenti del PUMS (Piano Urbano Mobilità Sostenibile) dove si può osservare come la quantità di veicoli equivalenti (VEQ) che percorrono via Grado in direzione Monfalcone, proprio nelle fasce orarie interessate dalla mobilità scolastica, sia assai rilevante. I dati si riferiscono al 2016 e andrebbero aggiornati, ma è prevedibile che il numero di veicoli in transito siano ulteriormente aumentati.
In conclusione, Legambiente condivide l’ipotesi di individuare una nuova sede per l’ISIS Buonarroti, che però corrisponda sia alle necessità dell’istituto che ad evitare altro consumo di suolo, mentre per quanto riguarda il Pertini, con gli adeguamenti in corso e con eventuali ulteriori modifiche, non si capisce il senso di uno stravolgimento. Creare una nuova sede per il Buonarroti, in un’area già edificabile e centrale, risolverebbe sia il problema del consumo di suolo che dell’allontanamento degli studenti dal centro.
Chiediamo quindi il ritiro della variante n° 69 e l’apertura di una discussione allargata con i soggetti coinvolti per cercare una soluzione condivisa.