Lettera alla Regione Fvg dai Comitati in difesa del Lago di Cavazzo e del Tagliamento: riportare il lago alle condizioni di naturalità
Una lettera a doppia firma, del Comitato per la difesa e valorizzazione del Lago di Cavazzo o dei Tre Comuni e di quello di Tutela Acque del Bacino Montano del Tagliamento è stato inviato alla Regione Fvg. A firmare l’appello al Presidente della Giunta Regionale e agli Assessori Regionali per i comitati rispettivamente Annamaria Gisolfi e Franceschino Barazzutti.
Questo il contenuto: “Sul Bollettino Ufficiale della Regione del 6 agosto 2019 veniva
pubblicata la Legge Regionale n. 13/2019, che all’art. 4 comma 35 così recita “Al fine di individuare le criticità del Lago dei Tre Comuni e proporre le conseguenti soluzioni finalizzate a recuperare le condizioni di naturalità del lago stesso e a garantirne la fruibilità,
anche ai fini turistici, in conformità al Piano regionale di tutela delle acque, è istituito presso la Direzione centrale ambiente ed energia, il tavolo tecnico denominato Laboratorio Lago dei Tre Comuni”.
Oltre a tecnici e funzionari regionali fanno parte del Laboratorio anche tre esperti nominati dalle tre Amministrazioni Comunali rivierasche. A tutti i componenti va il nostro ringraziamento per aver messo a disposizione le loro competenze ed impegno per la
rinaturalizzazione del lago e per quanto fatto finora. Il Laboratorio Lago, si è riunito finora 4 volte, giustamente confrontandosi in videoconferenza anche con tutti i portatori di interesse. Ma a nostro avviso è necessario che il Laboratorio acceleri i lavori per addivenire quanto prima a una concreta proposta operativa che tramite un bypass porti direttamente le acque di scarico della centrale di Somplago alla galleria di scarico del lago,
bypassandolo. Ciò permetterà sia il ripristino della naturalità e della fruizione turistica del lago, come previsto in uno specifico articolo del Piano Regionale Tutela Acque, sia di garantire un’adeguata portata al Tagliamento, sia di fornire acqua all’agricoltura del Friuli senza interferire con il lago. Rispondendo recentemente ad una interrogazione sull’attività del Laboratorio l’Assessore Scoccimarro ha dichiarato che si è ancora nella fase in cui “si stanno confrontando i rilievi batimetrici disponibili per valutare l’effettivo impatto dello scarico della centrale sul fondale del lago “. Questa dichiarazione dell’Assessore ci preoccupa, vista la notevole quantità di dati già a disposizione sull’effettivo deleterio impatto dello scarico della centrale sul lago ed il suo fondale, a meno che non si dia credito alla interessata favola che sia lo scarico della centrale a garantire la buona salute del lago! Salute ottima nel corso di secoli e secoli, pessima dopo la costruzione della centrale di Somplago! Per limitarci ai più recenti ricordiamo gli studi sul lago dei geologi Cella e Tosoni, dell’ing. Dino Franzil con il suo libro “Lago Energia Ambiente “, la perizia dell’ing. Franco Garzon, incaricato dai Comuni rivieraschi, dalle 2 Comunità Montane e dal Consorzio BIM. Se cio’ non bastasse ci sono anche gli studi batimetrici effettuati negli anni scorsi dall’Istituto di Scienze Marine (Ismar) di Bologna del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), che tramite un drone ha rilevato tutto il fondale del lago, evidenziando come questo sia coperto da uno spesso strato di fango, proveniente dai corsi d’acqua della Carnia. Inoltre alcuni subacquei hanno recentemente confermato che il fondale del lago è completamente ricoperto dal limo che gli conferisce un aspetto lunare, senza alcuna forma di vita vegetale e animale, attraversato solo da qualche sperduto pesce, al contrario di un tempo quando il lago era ricco di fauna ittica, che sfamo’ nei secoli la
popolazione rivierasca e non solo. Senza scomodare la scienza ed i subacquei è sufficiente immergere i piedi nell’acqua, peraltro gelida, della spiaggia per sollevare una nuvola di particelle più volatili del fango. Tale condizione del lago ha compromesso la balneazione a tal punto che i bagnanti non frequentano più il lago ma le acque limpide del vicino torrente Palar ad Alesso affollando le sue rive. E’ tempo di passare finalmente alla proposta operativa del bypass, perchè nel frattempo altro fango continua a depositarsi sui fondali ed è nostro dovere nei confronti delle generazioni future riportare il lago alle condizioni di naturalità, fruilibilità turistica, di pesca, di sport, di balneazione e di svago. Ulteriori rinvii sarebbero un segnale della mancanza di volontà politica di risolvere le criticità del lago e suonerebbero per la sua Valle, sconvolta anche dall’autostrada con il mastodontico viadotto e dall’oleodotto Siot con la stazione di pompaggio sita proprio sulla riva nord del lago, come una beffa che si aggiunge al danno. Il lago, il suo canale di scarico e il Tagliamento rappresentano uno snodo idrico strategico per il Friuli sul quale occorre operare non complicando la situazione, come è stato fatto rilasciando concessioni di centraline sul canale di scarico, ma con una visione d’insieme, con un progetto complessivo che, stante le ricadute positive sull’ambiente, il turismo, l’agricoltura e l’economia possa, beneficiare anche dei finanziamenti europei. Un’ottima occasione poteva essere il Recovery Fund. Un progetto complessivo che recuperi la naturalità e fruibilità del lago mediante un bypass, fornisca acqua all’agricoltura friulana, alimenti il Tagliamento restituendogli l’acqua che gli è stata sottratta a monte e preveda il funzionamento della centrale di Somplago con modalità funzionali alle esigenze del territorio e non dei suoi attuali azionisti lombardi. Tanto più che la centrale passerà in proprietà della Regione e che è il terminale del sistema idroelettrico del Tagliamento, di un dinosauro di altri tempi incompatibile con l’ambiente e il territorio, che va rivisto poiché
realizzato secondo il principio “tutta l’acqua nelle turbine” che ha desertificato i corsi d’acqua della Carnia. Dalla pubblicazione della legge costitutiva del Laboratorio Lago
dei Tre Comuni sono già trascorsi quasi due anni. Alla Regione chiediamo di indicare soluzioni reali dei problemi del lago. Chiediamo troppo?