Lettera della Cgil Fvg ai parlamentari: “Con le modifiche al Codice appalti, un milione di lavoratori esposti a precariato senza fine”
«Il venir meno dell’obbligatorietà della clausola sociale, architrave del sistema sulla quale sono costruite le tutele di chi è occupato nel sistema degli appalti di servizi pubblici, segnerebbe un gravissimo passo indietro nel percorso di riconoscimento e tutela dei diritti di centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori». È quanto scrive la segreteria regionale della Cgil in una lettera inviata ai parlamentari del Friuli Venezia Giulia ed estesa al presidente della Giunta, Massimiliano Fedriga. Al centro della lettera le modifiche al Ddl appalti già approvate in Senato e in particolare la nuova formulazione della norma relativa alla cosiddetta clausola sociale. «Assieme a conferme e integrazioni all’attuale normativa condivise dal sindacato – spiega Rossana Giacaz, della segreteria regionale Cgil – la nuova formulazione del codice degli appalti vede anche una modifica che avrebbe gravi conseguenze: si riduce infatti a mera facoltà l’obbligo, introdotto dal Codice del 2016, di inserire clausole sociali nei bandi di gara d’appalto relative a servizi ad alta intensità di manodopera». Da qui l’iniziativa della Cgil, che chiede ai deputati di votare per un testo che ripristini l’obbligo della clausola sociale nelle gare in questione. Quanto ai senatori, che hanno già votato sul disegno di legge, la richiesta è di considerare, nel caso di un eventuale – e auspicato – nuovo passaggio del ddl appalti a Palazzo Madama, «le conseguenze del proprio voto sulle condizioni di centinaia di migliaia di lavoratori e lavoratrici», si legge nella lettera. «Trasformare quello che oggi è un obbligo in una mera facoltà per le stazioni appaltanti – spiega a tale proposito Giacaz – renderebbe ancora più debole chi opera negli appalti di servizi, condannando di fatto a uno stato di precariato cronico almeno un milione di lavoratori a livello nazionale e non meno di 20mila nella nostra regione». «L’obbligatorietà della clausola sociale – si legge nella lettera della Cgil Fvg – ha fatto sì che si consolidasse negli anni una contrattazione d’anticipo tra le stazioni appaltanti e le organizzazioni sindacali, finalizzata a garantire la salvaguardia occupazionale, anche attraverso premialità di punteggio legate all’innalzamento delle condizioni normative e retributive. Il venir meno dell’obbligo vanificherebbe questi risultati, segnando un gravissimo passo indietro». Ecco perché la Cgil chiede al Parlamento «un segnale forte», in linea con le direttive comunitarie, favorevoli alla tutela di obiettivi di carattere sociale e di salvaguardia del lavoro, e soprattutto a favore della stabilità occupazionale e del miglioramento delle condizioni di lavoro. «Chi lavora negli appalti – conclude Giacaz – chiede maggiore continuità occupazionale, orari più corposi, paghe adeguate, maggiori tutele economiche e normative, l’esatto contrario di quel pericoloso dietrofront delle tutele che si concretizzerebbe se l’obbligo della clausola venisse cancellato».