Mediocredito: la Regione annuncia dismissione propria quota. M5s ri-chiede commissione d’inchiesta. Ma scatta l’omertà

“L’Amministrazione regionale intende autorizzare il percorso di valutazione della propria quota di partecipazione in Banca Mediocredito per giungere ad una sua eventuale dismissione qualora ve ne fossero i presupposti economici e giuridici nel rispetto dei principi di pubblicità e trasparenza. Per questo la Giunta regionale ha da poco depositato un emendamento al ddl 130 che autorizza l’Amministrazione regionale ad avviare le procedure formali”. Così l’assessore regionale alle Finanze, Barbara Zilli, ha annunciato la discussione in Aula di un emendamento di iniziativa dell’Esecutivo che introduce al disegno di legge 130 “Multisettoriale” – in discussione fino a venerdì in Consiglio regionale – l’art. 3 bis inerente Banca Mediocredito Fvg spa.  La norma proposta autorizza l’Amministrazione regionale a dismettere la quota posseduta in Banca Mediocredito (pari al 47 per cento del capitale) aprendo così alla possibilità di un’acquisizione anche della quota regionale da parte del gruppo Iccrea, attuale socio di maggioranza con il 51 per cento delle quote, che ha formalizzato una manifestazione di interesse. “Nel rispetto della normativa vigente in materia di società pubbliche si procederà alla valutazione del valore economico della quota regionale attraverso un advisor individuato a tal fine”, ha specificato Zilli. “In questo scenario – ha aggiunto l’assessore – la Regione sarà attenta a garantire il rispetto rigoroso delle procedure di evidenza pubblica e ad ottenere, nel caso di cessione, garanzie per il personale. Inoltre, sta valutando di ricondurre ad un proprio soggetto partecipato la gestione dei fondi agevolati ed altri canali contributivi”. Insomma l’affaire Mediocredito torna prepotentemente alla ribalta politica, anche se è evidente che i tema non appassiona gran parte della maggioranza e anche dell’opposizione, perchè è chiaro rileggendo le vicende del passato che le responsabilità gestionali “pubbliche” sulla banca e le erogazioni di fondi del passato non sono ascrivibili solo all’attuale maggioranza. Non è un caso che una notizia di tale rilevanza sia al momento sia stata poco commentata. Furio Honsell  ha spiegato in una nota che: “Oggi in Consiglio regionale, con un emendamento, la maggioranza che sostiene la Giunta Fedriga ha deciso la dismissione della partecipazione in Banca Mediocredito. Come Open Sinistra FVG siamo stati gli unici a votare contro una decisione così grave. Siamo infatti preoccupati per i livelli occupazionali. I lavoratori che vi operano sono coloro che rischiano di sostenere tutto il peso di quella che è stata descritta dall’Assessore come una situazione molto critica. Una decisione così grave circa uno strumento finanziario importante della nostra Regione, meritava un approfondimento maggiore di quello di un emendamento in una Legge Omnibus”: così si è espresso il consigliere regionale Furio Honsell”. Presa di posizione anche da parte del M5s che pur votando a favore dell’emendanto per bocca del consigliere Sergo ha affermato che per Banca Mediocredito, sarebbe stata necessaria discussione in Commissione.  “Negli anni scorsi, spiega Sergo, avevamo chiesto una Commissione d’inchiesta su Mediocredito. Oggi si chiamano Commissioni speciali perché il nome fa meno paura, ma alla luce dei fatti un momento di approfondimento sulle vicende della Banca sarebbe necessario”.  “Nel momento della nomina del presidente Edgardo Fattor, ci eravamo opposti per il semplice motivo che lo ritenevamo un uomo vicino a Iccrea – ha ricordato Sergo -. Gli sviluppi attuali non fanno che confermare i dubbi che avevamo espresso”. “Abbiamo votato a favore dell’emendamento presentato dalla Giunta per avviare il percorso di dismissione delle quote – ha concluso il capogruppo M5S -, anche se avremmo preferito che ci fosse un coinvolgimento del Consiglio regionale nella valutazione della congruità del prezzo dell’eventuale cessione, prima dell’autorizzazione”. Insomma a parte la velleitaria richiesta di commissione d’inchiesta da parte dei pentastellati tutto sembra far pensare che sulla vicenda che negli anni ha dato non pochi colpi di scena, calerà il solito velo di pietoso silenzio che avvolge tutto quando le responsabilità sono di una intera classe politica regionale nella migliore delle ipotesi incapace, nella peggiore correa di mala gestione non certo esente da responsabilità e non solo di natura finanziaria.  Ma così va in Friuli, nuova frontiera delle terre di omertà.

FF