Migranti. Gruppo Pd dice stop alle speculazioni, l’accoglienza diffusa funziona
“La questione dei migranti, con tutte le problematiche che si porta dietro, non può essere ostaggio di speculazioni politiche per alimentare paure tra i cittadini, ma va gestita. Una rete di accoglienza diffusa integrata con dei centri di prima accoglienza (cosa ben diversa dagli hotspot) è la base necessaria per una corretta gestione dei fenomeni migratori. L’ostinata contrarietà di Fedriga e del Centrodestra a un sistema che, in Veneto, Zaia considera positivo, dimostra la volontà di alimentare la propaganda e la narrazione che vuole lo straniero come nemico sempre e comunque e non di affrontare il problema concretamente”.
Lo affermano in una nota i consiglieri regionali del Pd Manuela Celotti, Diego Moretti, Francesco Martines, Laura Fasiolo, Massimiliano Pozzo, Francesco Russo, Roberto Cosolini e Nicola Conficoni (Pd) e Marko Pisani (Ssk) che oggi a Trieste, nella sede del Consiglio regionale, hanno incontrato i rappresentanti degli enti e realtà del Fvg che stanno gestendo l’accoglienza dei migranti, con particolare riferimento alle persone richiedenti asilo, nei sistemi Cas (Centri di accoglienza straordinaria) e Sai (Sistema di accoglienza e integrazione).
“Partire dal punto di vista di chi è in prima linea nel sistema di accoglienza dei migranti dovrebbe essere una logica considerazione che purtroppo chi governa la Regione evita da anni, facendo mancare il necessario ruolo di regia tra prefettura, enti locali ed enti gestori del sistema di accoglienza”, commenta Celotti, promotrice dell’incontro, riprendendo le considerazioni e sollecitazioni emerse dai partecipanti. “Dal confronto di oggi traspare ciò che già si conosceva: la Regione è impreparata ad affrontare il fenomeno migratorio e l’accoglienza. È sotto gli occhi di tutti il fallimento delle politiche del Governo Meloni e dell’approccio ideologico di Fedriga e del suo Centrodestra”.
“Vista la mancanza di volontà del Centrodestra, oggi abbiamo aperto un’importante interlocuzione per avere una rappresentazione di quello che succede nei nostri territori. Per uscire da prese di posizione meramente strumentali è necessario uno scambio tra politica e i soggetti che hanno le competenze”.
“L’attuale sistema di welfare regionale – continua la consigliera – non è in grado di garantire l’integrazione e la permanenza di persone che da anni vivono sul nostro territorio in attesa del riconoscimento del titolo e che spesso già lavorano nelle imprese locali”.
Un tema segnalato diffusamente dalle associazioni, sottolinea ancora Celotti, “è quello della casa: una volta usciti dal sistema di accoglienza, se non c’è una soluzione abitativa si rischia di perdere anche il lavoro. In Fvg non ci sono infatti case a disposizione, nonostante tutti gli alloggi sfitti e liberi”.
E ancora, si chiede l’esponente dem, “dov’è la Regione quando si tratta di rappresentare le difficoltà degli enti di accoglienza che attendono, anche da anni, dalle Prefetture di ricevere i rimborsi per le spese anticipate anche per centinaia di migliaia di euro? Non è possibile pensare che il sistema di accoglienza pesi sulla mera sensibilità e disponibilità dei singoli Comuni, perché o si capisce che l’accoglienza è una questione che riguarda tutti, altrimenti solo poche comunità dovranno continuare ad affrontare grandi concentrazioni di persone, in particolari le città capoluogo. Basta guardare i dati del calo demografico – conclude la nota – per accorgersi di quanto abbiamo bisogno di politiche di integrazione, richieste peraltro anche da Confindustria e Confartigianato”.