Mille e non più mille. Non anni ma bare, queste quelle in più in Fvg nel primo trimestre 2021. Il sisma si è ripetuto

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Mille morti non sono uno scherzo. In Friuli lo sappiamo bene, mille furono i morti nel sisma del 1976 di cui fra due giorni si ricorda l’anniversario. Ben di più quelli della pandemia, 2800 da febbraio 2020 a marzo 2021.  Ma il dato che stride è quello relativo al fatto che tra gennaio e marzo 2021 si è registrato quasi il 24 percento di decessi in più rispetto alla media, mille morti aggiuntivi rispetto allo stesso periodo tra il 2015 e il 2019.  Come era ovvio il fatto che il Friuli Venezia Giulia risulta dai dati Istat essere stata la regione che ha subito l’eccesso di mortalità più alto nel primo trimestre del 2021, non ha trovato l’eco mediatico che meritava e ancora meno ne ha trovato il devastante dato dei decessi tra gennaio e marzo 2021 periodo dove si è registrato quasi il 24 percento di decessi in più, mille morti appunto. Solo il Tgr Rai dei “grandi” media regionali ne ha fatto notizia di apertura, quasi che la vicenda Fedez, abbia fatto sussultare positivamente le redazioni della Tv pubblica in cerca di dimostrare quella autonomia dalla politica che non sempre è stata lo spirito guida. Ma dati e percentuali lasciano il tempo che trovano, anche perchè ognuno riesce ad interpretarli a proprio comodo, quasi che la matematica non fosse scienza ma opinione. Non così è però se guardiamo le cose con oggettività figurativa, l’immagine pur virtuale di mille bare in fila non può non far sussultare un Friuli che per decenni ha ricordato con rispetto quelle altre 1000 bare provocate dal sisma del 1976.
Diciamo però che sarebbe sbagliato addossare tutte le responsabilità all’assessore alla salute Riccardo Riccardi. La ricerca del capro espiatorio non appassiona, è in genere il modo per assolvere tutti.  Non siamo quasi mai stati teneri con lui, ritenendo che molti errori siano stati commessi, ma non possiamo però non concedergli l’attenuante della straordinarietà della vicenda, sarà lui semmai a dover fare i conti con la propria coscienza. Detto questo però dobbiamo aggiungere che se sbagliare è umano perseverare è diabolico, come dicevano oltre 2000 anni fa i latini e per questo, pur comprendendo come sia difficile ammettere di aver sbagliato, sarebbe bene che non solo l’assessore ma anche il presidente della giunta del Fvg Massimiliano Fedriga prenda adesso la giusta strada per riformare in maniera adeguata la sanità del Fvg, che da eccellenza acclarata, ha avuto, e non solo per responsabilità dell’attuale maggioranza, un pericoloso declino il cui fondo, speriamo, è stato toccato in quest’ultima fase della pandemia. Speriamo anche che la volontà di “liberi tutti”, di cui Fedriga e & c si sono fatti paladini prima che la campagna vaccinale sia scudo vero al virus, non torni a trascinare i cittadini del Friuli Venezia Giulia nella catastrofe di una nuova ondata pandemica. Ora l’opposizione in consiglio regionale ha chiesto per l’ennesima volta l’istituzione di una commissione speciale sulla gestione dell’emergenza con il M5s fra i più agguerriti: “Già dall’inizio della seconda ondata di Covid, e quindi negli ultimi mesi del 2020, – ricorda in una nota il consigliere Ussai – la nostra regione è risultata tra le più colpite in termini di mortalità. Ma, quando in questi mesi abbiamo cercato di fare luce su questi numeri di decessi sia direttamente che indirettamente legati alla pandemia, alle interrogazioni presentate non è stata data risposta, mentre in commissione l’assessore Riccardi non ha avuto meglio da dire se non che una suddivisione per ondate sia ‘ingenerosa’, quando in realtà è proprio l’Istat a effettuarla”. La richiesta  di commissione d’inchiesta è stata lanciata in conferenza stampa non solo da M5s ma anche da Partito Democratico, Patto per l’Autonomia, Cittadini e Gruppo misto. Da quanto è stato annunciato la commissione, oltre all’analisi di dati e verbali, vorrebbe audire i professionisti della sanità per capire cosa non ha funzionato. Dobbiamo aggiungere che noi non amiamo le commissioni d’inchiesta, la vita repubblicana ne è piena ed in genere la conclusione è stata quella di non concludere nulla. In realtà al di là dei possibili errori di gestione quello che è stato inaccettabile è successo prima della pandemia e parliamo dello smantellamento del modello di sanità di vicinanza al cittadino, e su questo sarebbe bene che il mea culpa fosse trasversale, sul tema pandemico vero e proprio l’errore principe e che sembra si continui a perpetrare anche per interessi innominabili,  è palese: pensare più a propaganda e risposta al proprio elettorato di riferimento che al fatto che certe posizioni avrebbero avuto il danno collaterale di portare sotto un metro di terra centinaia di persone in più. Si poteva forse giustificare nel 2020 quando di questo virus poco si conosceva, ma non certo nel 2021. Ma come già detto non c’è da sperare che la giustizia degli uomini (men che meno una commissione d’inchiesta di pari) possa perseguire per davvero qualcuno. Per chi ci crede ci sarebbe la giustizia divina o forse, la coscienza dei singoli, anche se in genere, cinismo e interessi, soprattutto in politica prevalgono, perchè non sempre la natura umana è “umana”.

Fabio Folisi