Moretuzzo: “No alla fusione dei parchi scientifici e tecnologici della regione”
«No alla fusione dei Parchi scientifici e tecnologici della regione. È certamente importante fare sistema, ma senza annullare le singole specificità». Così il capogruppo del Patto per l’Autonomia in Consiglio regionale Massimo Moretuzzo, al termine dell’audizione odierna in VI Commissione dei rappresentanti dei Parchi scientifici e tecnologici presenti in Friuli-Venezia Giulia: Innova di Amaro, il Polo tecnologico di Pordenone e Area Science Park di Trieste. Unici assenti i rappresentanti di Friuli Innovazione. Fra le considerazioni e le valutazioni espresse, Michele Morgante, presidente di Innova e membro del consiglio di amministrazione di Area Science Park, ha auspicato la fusione dei soggetti oggi presenti in un’unica entità regionale. «Ci chiediamo – osserva Moretuzzo – se questa sia la visione anche dell’assessore Alessia Rosolen, che in audizione non si è espressa in merito».
«Premesso che riteniamo indispensabile ogni forma di collaborazione fra gli enti di ricerca del Friuli-Venezia Giulia, che devono proseguire nella sinergia avviata con recenti progettualità e modalità di condivisione di obiettivi comuni – continua Moretuzzo –, siamo, però, fortemente contrari all’ipotesi di fondere in un unico ente gli istituti che oggi operano in regione. Il Friuli-Venezia Giulia è una realtà complessa, policentrica, con territori che hanno bisogni e potenzialità diversi. La complessità non si gestisce con l’omologazione. È corretto mantenere una regia condivisa, ma nella valorizzazione delle singole specificità e specializzazioni, che possono essere complementari e non concorrenti».
Unici assenti oggi erano i rappresentanti di Friuli Innovazione, «realtà che ha dimostrato di godere di ottima salute dal punto di vista dei bilanci, dell’aumento dei ricavi e del numero di progetti gestiti e che quindi deve assolutamente farsi sentire di fronte ai vertici regionali – sollecita Moretuzzo –: serve una voce forte a difesa di uno snodo importante del tessuto imprenditoriale del Friuli, senza tentennamenti».