Movimento 5 Stelle: la verità sul Superbonus edilizio raccontata in eventi ieri a Trieste oggi a Udine
Smontare le fake news propinate dal governo Meloni (e amplificate da molti mass media nazionali) attraverso incontri capillari sui territori per spiegare la bontà del Superbonus 110%, misura creata subito dopo l’esplosione del covid. E’ questo il principale obiettivo che il Movimento 5 Stelle si prefigge con l’organizzazione di conferenze come quelle che si sono tenute ieri (venerdì) a Trieste e che vedranno la replica oggi (sabato) a Udine (appuntamento alle 11 presso la Libreria Friuli in via dei Rizzani 1/3) e a Ronchi (alle 15 presso il Consorzio di Bonifica della Venezia Giulia in via Duca D’Aosta n. 3). Introdotta dalla consigliera circoscrizionale Elena Danielis, la tappa triestina ha lasciato spazio alla consigliera regionale Rosaria Capozzi, ad Agostino Santillo, deputato e autore del libro “Superbonus, Tutta la Verità” e al “padrone di casa” Stefano Patuanelli, capogruppo al Senato. Capozzi ha ricordato i numeri della partita nel Friuli Venezia Giulia: 2 miliardi di investimenti attivati per ristrutturare 1385 condomìni, 7625 abitazioni e 3082 unità immobiliari. “Il vero problema è favorire la circolarità del credito fiscale e su questo ci siamo concentrati – è la spiegazione della consigliera -. La giunta Fedriga si è impegnata su questo fronte, anche con un intervento legislativo, ma ad oggi non ha ancora dato seguito a quelle norme”. Patuanelli è invece partito ricordando la nascita della misura. “Non dobbiamo dimenticare qual era il contesto nel quale è nato il Superbonus, che vede l’alba quando la nostra economia era praticamente morta, con un settore dell’edilizia fermo dal 2008. Era necessario introdurre una misura shock dopo il lockdown e l’edilizia aveva e ha un moltiplicatore sul Pil piú alto di qualsiasi altro settore. Capimmo che era necessario accompagnare il bonus con la possibilità di cedere i crediti fiscali”. Il capogruppo ha poi snocciolato una serie di dati: nel biennio 2021-2022 il Superbonus ha generato 100 miliardi di extragettito tributario, togliendo il sommerso dall’edilizia; a settembre 2023 l’ammontare del costo è di 88 miliardi; ha creato un milione di posti di lavoro; il prodotto interno lordo che ha generato è superiore al costo della misura, “anche secondo uno studio fatto per conto dell’Ordine dei commercialisti da Maurizio Zanetti, ex parlamentare di Scelta Civica, attuale consulente del ministro Giorgetti e noto commercialista veneto”, quindi non di certo un “grillino”. “Fra il 2020 e il 2023, grazie alle misure ideate dal M5S si è ridotto di 15 punti il rapporto Debito/Pil, è aumentata di 12% la crescita e sono stati garantiti un milione e mezzo di posti di lavoro, considerando sia l’effetto del Superbonus che di Industria 4.0”, è la chiusura di Patuanelli. Santillo, ricordando lo studio di Nomisma secondo il quale il beneficio del superbonus ammonterà complessivamente a 200 miliardi, ha smontato l’allarmismo sul lato dei costi. “E’ verosimile che gli 88 miliardi di costo si ridurranno, in quanto molti lavori termineranno nel 2024 e 2025 e potranno usufruire di un’aliquota di crediti fiscali inferiore al 110%; il Censis ha calcolato che il 70% dell’investimento in Superbonus rientra nelle casse dello Stato: se per cautela consideriamo che il rientro è solo del 50%, ecco che il costo netto è di 44 miliardi, tra l’altro spalmato su più anni (e alcuni sono già passati), e senza tenere conto dell’effetto moltiplicatore sul Pil”. Quarantaquattro miliardi che, ricorda il deputato, sono coperti in parte da 19 miliardi di fondi del Pnrr e del piano nazionale complementare.