Nanotecnologie nell’agricoltura, 29-30 giugno scuola estiva all’Ateneo friulano

È dedicata alle nanotecnologie nell’ambito agricolo la scuola estiva che il Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali (Di4a) dell’Università di Udine ha organizzato per il 29 e 30 giugno al polo dei Rizzi (via delle Scienze). Iniziativa satellite di NanoInnovation 2023 – evento internazionale dedicato alle nanotecnologie e alla loro integrazione con le altre tecnologie abilitanti, che si terrà a Roma dal 18 al 22 settembre – ha il patrocinio della Società Italiana di Patologia Vegetale, della Società Italiana di Agronomia e dell’Istituto di Nanotecnologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Le lezioni si terranno nell’Aula Master 1 della Biblioteca tecnologica e scientifica. 30 i posti totali previsti, destinati a dottorandi, post-doc e ricercatori nella fase iniziale della carriera.

 

La scuola “Nanotechnology in Agriculture” sarà avviata alle 8.45 di giovedì 29 giugno dai saluti di Luca Marchiol, docente dell’Università di Udine e membro del comitato direttivo di NanoInnovation, e di Edi Piasentier, direttore del Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali. Seguirà una prima sessione (9-11), intitolata “Struttura e caratterizzazione dei nanomateriali”, e altre due (11.30-13.30 e 14.30-17.30) incentrate sull’“Agricoltura nano-abilitata”. Venerdì 30 giugno, invece, le prime due sessioni (9-11 e 11.30-13.30) saranno dedicate al tema “Nanomateriali ingegnerizzati e nutrizione delle piante”, mentre l’ultima (14.30-16.30) all’“Agricoltura nano-abilitata ed economia circolare”. I relatori saranno complessivamente una quindicina, provenienti da atenei ed enti di ricerca italiani. Per maggiori informazioni su programma e iscrizioni: https://nanoagri.uniud.it/.

 

«A livello internazionale, seppure con notevole ritardo rispetto ad altri settori – spiega Luca Marchiol, docente dell’Ateneo friulano e membro del Comitato direttivo di NanoInnovation – da circa dieci anni si studiano le potenzialità delle nanotecnologie applicate alla produzione primaria, che potranno essere implementate nell’agricoltura di precisione. Nanomateriali correttamente progettati potrebbero migliorare la resa delle colture, fornire prodotti fitosanitari più efficienti e agevolare la sostenibilità dell’agricoltura. Il Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali dell’Università di Udine – prosegue Luca Marchiol – è impegnato in attività di ricerca su questi temi dal 2012 e ha guadagnato una visibilità nazionale e internazionale. Dal 2017 co-organizza il workshop “AgriNanoTechniques” nell’ambito di NanoInnovation, l’evento annuale promosso dall’Associazione Italiana per la Ricerca Industriale e dall’Associazione NanoItaly, che si tiene a settembre nella Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale della Sapienza Università di Roma. Quest’anno, inoltre, il Di4a ospiterà la seconda edizione della summer school “Nanotechnology in Agriculture”, proposta sempre nell’ambito di NanoInnovation e che fornirà una panoramica approfondita rispetto all’impiego delle nanotecnologie nell’agroalimentare».

 

Al Di4a, il gruppo di ricerca coordinato da Luca Marchiol – di cui fanno parte anche il prof. Guido Fellet e la dottoranda Laura Pilotto – è impegnato nell’ambito dei nanofertilizzanti. «Stiamo studiando le proprietà della nano-idrossiapatite (una forma di fosfato di calcio) di origine biologica, e in particolare estratta da ossa animali, cioè da materiali di scarto» spiega il docente. «L’origine biologica conferisce alla sua struttura la capacità di rilasciare fosforo in maniera più lenta rispetto alla forma sintetica, ma più aderente alle esigenze delle piante. La nano-idrossiapatite potrebbe, inoltre, essere “caricata” con altri elementi nutritivi o sostanze utili per le piante, che potrebbero essere rilasciati con lo stesso principio. Con le pratiche convenzionali, l’efficienza d’uso dei fertilizzanti è inferiore al 50%: migliorarla significa sostanzialmente conseguire gli obiettivi produttivi con minori quantità concimi chimici, pesticidi ed erbicidi; ridurre l’impatto ambientale dell’agricoltura e i costi di produzione».

 

Lo studio dei nanomateriali richiede una stretta collaborazione con i nano-chimici, coloro che progettano e costruiscono le nanostrutture, e la disponibilità di strumentazioni molto avanzate per capire come queste entrano e si muovono nelle piante. Sul tema dei fertilizzanti, al momento il Di4a sta collaborando con l’Istituto di Nanotecnologia e l’Istituto di Scienza, tecnologia e sostenibilità per lo sviluppo dei materiali ceramici del Consiglio Nazionale delle Ricerche, con la Libera Università di Bolzano e l’Università Ca’ Foscari di Venezia. «Laura Pilotto – fa presente inoltre Luca Marchiol – sta per partire per gli Stati Uniti per un semestre di studio presso i laboratori della Connecticut Agricultural Experiment Station (New Haven, CT), sotto la guida di Jason C. White, uno degli studiosi più famosi al mondo in quest’ambito di ricerca».