Nel segno della contraddizione: Pasolini e Fortini due poeti del novecento
Per Pasolini Franco Fortini fu un maestro, un punto di riferimento ineludibile, ma anche Fortini stimava e ammirava Pasolini, tanto da aver scritto su di lui, nel 1993, l’unico libro dedicato a un autore (“Attraverso Pasolini”). Un rapporto, il loro, che nacque negli anni ’50 e li vide sodali ma anche antagonisti e proprio la recente ripubblicazione del volume rimette all’attenzione lo studio della loro amicizia segnata da grandi slanci, da uno strettissimo dialogo orientato alla comprensione del presente e all’elaborazione di categorie critiche per interpretarne i movimenti prospettici, ma anche da conflitti, rotture Si intitola non a caso “Nel segno della contraddizione – Pasolini e Fortini due poeti del Novecento” l’appuntamento con l’annuale convegno di studi promosso e organizzato dal Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa, in programma il 3 novembre (dalle 15) e il 4 (dalle 9), nella sala consiliare di Palazzo Burovich (sede del Municipio), curato da Paolo Desogus (Sorbonne Université), che presiederà anche i lavori.
Evento sempre atteso, non solo da studiosi e intellettuali, il convegno annuale risponde a uno degli obiettivi principali del Centro studi casarsese, “offrire continui elementi di studio, analisi e approfondimento – sottolinea la presidente Flavia Leonarduzzi – della figura e dell’opera di Pasolini attraverso il dialogo e il confronto critico fra gli specialisti provenienti dall’accademia e dal mondo della cultura”. Le due giornate si presentano dunque come l’occasione per un’ampia indagine sul rapporto tra Pasolini e Fortini e nascono con l’intenzione di mettere in luce anche elementi di conoscenza nuovi che derivano da studi più recenti Dopo una prima ricognizione biografica, supportata dallo studio della loro corrispondenza – e a questo proposito sarà allestita una piccola esposizione delle lettere scritte da Fortini a Pasolini custodite dal Centro studi – e delle testimonianze, gli specialisti invitati interverranno sui temi della poesia, della riflessione sul marxismo e dell’attività critica. Sulle tracce degli scambi intellettuali e le conflittuali convergenze fra Pasolini e Fortini, sarà inoltre dedicato spazio alle loro riflessioni sulle trasformazioni della società italiana e sulla funzione della letteratura nel nuovo contesto neocapitalistico. L’ultima sessione e ancor di più la tavola rotonda alla fine del convegno avranno come principale oggetto sia la produzione giornalistica dei due autori che le implicazioni culturali del loro impegno politico.
Venerdì interverranno al convegno Luca Lenzini, (Centro Studi Fortini, Siena) autore fra l’altro di un Meridiano su Fortini , Gilda Policastro (Università Pegaso, Rai, il Domani), Elena Arnone (Università di Pavia), Davide Dalmas (Università di Torino); Gabriele Zanello (Università di Udine),Andrea Agliozzo (Sorbonne Nouvelle, Paris 3) ; Luca Mozzachiodi (Università di Bologna). Sabato (e questa sessione varrà anche come aggiornamento professionale per i giornalisti) prenderanno la parola Marco Gatto (Università della Calabria), Marianna Marrucci (Università per stranieri di Siena), Gian Luca Picconi (Università di Genova). Chiuderà alle 11.15, la tavola rotonda su Fortini e Pasolini nel dibattito culturale e giornalistico: con Paolo Desogus ne discuteranno Goffredo Fofi (Sole24ore), Massimo Raffaeli (Il manifesto), Alessandro Gnocchi (il Giornale), Filippo La Porta (la Repubblica, New York University). Come sottolinea il curatore del convegno Paolo Desogus, “non sono molti, nel corso del secondo Novecento, i rapporti intellettuali, politici e letterari caratterizzati dall’intensità e dallo stringente puntiglio analitico che si riscontra negli scambi epistolari, nella critica e negli scontri polemici svoltisi tra Pasolini e Fortini. D’altra parte, tra tutti i poeti e intellettuali con i quali lo scrittore casarsese si è confrontato, Fortini è senz’altro uno dei principali, se non addirittura il principale interlocutore. È infatti difficile – aggiunge Desogus – trovare nel suo corpus un altro autore a lui contemporaneo che Pasolini abbia seguito con più attenzione, come una sorta di guida che ha sollecitato il lavoro poetico, così come la riflessione sul neocapitalismo, sulle trasformazioni antropologiche e sulla necessità di riformulare la riflessione marxista dopo i rivolgimenti dei primi anni Sessanta”.