Niente africani al Trieste run Festival (già Bavisela). In Fvg si applica così l“apartheid” sportivo. Non riuscì neppure a Hitler
E’ passato un quarto di secolo dal 27 aprile 1994, giorno delle prime elezioni libere in Sudafrica aperte a tutta la popolazione senza discriminazioni di colore, genere e classe sociale. Ebbene non avremmo mai pensato di dover commentare la nascita di una nuova forma di “apartheid” e per di più nel “civilissimo” o che pensa ancora di esserlo, Fvg. Ha infatti dell’incredibile la notizia che nessun atleta africano sarà ammesso al Trieste run Festival. Lo stop ai corridori professionisti dall’Africa alla mezza maratona in programma fra 10 giorni a Trieste presa con la scusa, perchè tale è, che sugli atleti africani è alto il rischio di sfruttamento da parte di manager senza scrupoli.
Così con questa risibile motivazione che oltre ad eliminare i neri dalla corsa, elimina anche i più dotati atleti. Operazione che non era riuscita neppure ad Hitler alle olimpiadi di Berlino del 1936 quando dovette inghiottire il rospo di veder primeggiare Jesse Owens che vinse la medaglia d’oro nei 100 metri e nei giorni successivi altre tre medaglie d’oro. Ed invece nel “2019” anno secondo e speriamo ultimo dell’era Salviniana, la Trieste running festival, erede della Bavisela, non vedrà al via professionisti provenienti dagli altipiani del Kenya o dalle altre aree del continente africano da sempre serbatoio formidabile di mezzofondisti, sostituiti da maratoneti europei. Non ci sarà quindi il “rischio” di dover vedere sul podio atleti di colore troppo somiglianti ai “clandestini” per essere ammessi in quella che rischia così di passare alla storia come nuova capitale del razzismo italiano magari in continuità storica con il discorso di Mussolini a Trieste del 18 settembre 1938 con il quale vennero annunciate appunto leggi razziali. Così con l’ignobile scusa di voler salvaguardare i ragazzi di colore dagli sfruttatori, in genere italiani, anzichè porsi l’eventuale problema di aiutarli e proteggerli li esclude. Un operazione di vero e proprio “apartheid” che significa “separazione” e che tragicamente prese forma in Sudafrica da parte del potere “bianco” con l’entrata in vigore di una serie di leggi che negarono ogni diritto politico, sociale ed economico ai neri, leggi che solo nel 1994 finirono nella polvere. I solerti organizzatori che non nominiamo per pura carità (ma che ora dopo le dovute verifiche si palesano nella figura di Fabio Carini presidente di Apd Miramar ndr) , ma che si deve sapere sono soggetti storicamente legati alla destra triestina, hanno annunciato che saranno 10.000 le persone al via delle varie corse, 1.500 per la mezza maratona, ma per la prima volta appunto senza atleti africani.
L’hanno annunciato con la “serenità” i protagonisti della conferenza stampa (Il sindaco di Duino-Aurisina Daniela Pallotta, l’assessore regionale alla Sicurezza, il presidente della Regione Fvg Massimiliano Fedriga, il presidente di Apd Miramar Fabio Carini, il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza e il vicesindaco di Trieste Paolo Polidori) personaggi che sanno benissimo di cosa si parla ma intende far valere il potere dato dall’aria nefasta che tira e che vede in Trieste uno dei poli catalizzatori. Il running festival si svilupperà nel primo fine settimana di Maggio dal 2 al 5 maggio con una family run non competitiva da 7 km con partenza da Miramare e con la 24esima edizione della “mezza”, a cui parteciperà, hanno fatto sapere gli organizzatori, anche Rita Giancristofaro, una dei sopravvissuti alla tragedia del ponte Morandi di Genova. Una scelta precisa quella di escludere i neri che, dicono gli organizzatori dai microfoni del Tgr Rai, “dice stop allo sfruttamento di ragazzi tanto veloci quanto sconosciuti, che gareggiano ogni settimana in giro per tutta Europa per gettoni di presenza e premi che per la maggior parte vengono incassati dai manager, quasi tutti italiani. L’anno scorso – spiegano sempre dall’organizzazione- il vincitore non aveva nemmeno i soldi per pagarsi il treno per tornare a casa, nonostante il successo”. In realtà però di questa narrazione che potrebbe essere anche vera non risultano denunce alla Federazione sportiva che avrebbe potuto intervenire per tutelare gli atleti. Ed invece la soluzione è stata quella di escludere, alzare i muri, perfino nel mondo dello sport. Sarebbe opportuno che si levassero voci potenti contro questa decisione assurda, verrebbe da chiedere agli altri atleti, in nome dello sport, di disertare la kermesse triestina, non farlo avvalerebbe la scelta di chiusura razziale. Sulla vicenda si è già espresso il segretario regionale del Pd Cristiano Shaurli e speriamo possa non essere il solo ad alzare voce di dissenso per quella è una scelta che rischia di far vergognare i cittadini dell’intero Fvg: “Mancava questo al Friuli Venezia Giulia: dice Shaurli, essere la Regione che non fa correre gli atleti africani. Con motivazioni che hanno un retrogusto d’ipocrisia all’ennesima potenza, la nostra regione apre la stagione della discriminazione nello sport. Il fatto che questa scelta sia frutto di un organizzatore che è anche giornalista dipendente della Regione rende ancora più imbarazzante tutta la situazione”.
Lo afferma il segretario regionale del Pd Fvg Cristiano Shaurli, commentando la decisione degli organizzatori della “Trieste running festival” di non far partecipare atleti professionisti provenienti dall’Africa alla mezza maratona in programma fra 10 giorni a Trieste. Per Shaurli “nemmeno si prova a risolvere i problemi di sfruttamento che vengono accampati, e si sceglie di annunciare con becera soddisfazione, con la benedizione del presidente Fedriga e dell’assessore Roberti, una corsa “senza africani” come fosse un vanto. Le colpe di manager disonesti, che peraltro andrebbero denunciati alla federazione ed alle autorità competenti, vengono fatte ricadere con soddisfazione sugli atleti di colore, e questo sarebbe il segnale che si vuole dare contro lo sfruttamento. Questo l’ideale dello sport che unisce tutti gli uomini”. “Non sappiamo quanto contribuisca la Regione a questa manifestazione ma – aggiunge – possiamo scommettere che per l’ennesima volta finiremo all’attenzione nazionale come la Regione più retriva e reazionaria d’Italia e il peggio – conclude – temo non sia ancora stato raggiunto”.