No al governo del premier – Difendiamo la Costituzione Giovedì assemblea pubblica al Kulturni Dom a Gorizia
Giovedì 29 febbraio alle ore 18 presso la sala del Kulturni Dom di via Italico Brass a Gorizia di terrà l’assemblea pubblica dal titolo “No al governo del premier – Difendiamo la Costituzione – per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata, l’uguaglianza dei diritti e l’unità della Repubblica”
Presiede l’incontro Roberto Criscitiello, segretario regionale del PRC Intervengono: Dianella Pez Comitato NO Autonomia Differenziata Gianluigi Pegolo Coord. per la Democrazia Costituzionale Furio Honsell cons. reg. Open Sinistra FVG Orietta Olivo CGIL segreteria regionale FP Anna Di Gianantonio presidente ANPI Gorizia Tonino Pantuso Casa del Popolo di Gorizia L’incontro è organizzato dalla Federazione di Gorizia del Partito della Rifondazione Comunista in collaborazione con il Forum Gorizia e ArciGoNG
Il progetto di legge Calderoli contiene tutti gli elementi negativi di dissoluzione della Repubblica: mina l’unità della Repubblica e i diritti sociali, aggravando le già drammatiche disuguaglianze e gli squilibri territoriali, marginalizzazione del Parlamento e dell’interesse generale in funzione delle richieste di ogni singola Regione. Spezzerà l’unità della Repubblica, creando venti micro-Stati, con diversificazioni nel campo della legislazione, delle prassi regolamentari, dei servizi pubblici, delle condizioni ambientali, dei rapporti con l’UE, via via consolidando anche culture locali _separatiste e esclusiviste_. Per questo il progetto Calderoli è eversivo. Abbinato alla realizzazione del cosiddetto “premierato forte” porterà – se approvato – al capovolgimento dei principi costituzionali sanciti dalla Assemblea Costituente e concretizzati nella Carta del 1948. Non c’è dubbio, infatti, che non ci troveremmo più in una Repubblica parlamentare, in un regime di democrazia rappresentativa, ma in venti micro-Stati nei quali il/la cittadino/a verrebbe schiacciato tra due poteri accentrati: quello dei governatori regionali e quello del premier nazionale. Tutti poteri autocratici. È chiaro che il primo a subirne le conseguenze sarebbe il Mezzogiorno, dimenticato dalla sciagurata riforma del Titolo V nel 2001, ma la prospettiva è nefasta per le classi popolari di ogni territorio, in competizione su salari, contratti, sicurezza del lavoro, sanità, istruzione (solo per fare alcuni esempi).