Non sono tutti eguali, un presidente non vale l’altro
Paolo Pagliaro, che dirige l’agenzia di stampa 9Colonne ha pubblicato un editoriale interessante e che vale la pena di essere citato e veicolato e che bene risponde alla vulgata del “sono tutti uguali”, scrive Pagliaro: “Questa o quella per me pari sono, cantava il Duca di Mantova, e dalle belle donne alla politica negli anni il passo è stato breve. Uno vale l’altro è il convincimento dei qualunquisti e della massa crescente degli astenuti. Eppure non è così: uno non vale quasi mai l’altro. Ad esempio, Luiz Inacio Lula – per parlare di cose che ci riguardano direttamente – nei primi sei mesi del suo nuovo mandato come presidente del Brasile ha bloccato la deforestazione dell’Amazzonia, il principale polmone verde del pianeta, in grado come nessun altro ecosistema di assorbire anidride carbonica e di influenzare il clima. Secondo i dati forniti dai satelliti, l’impegno ambientalista di Lula si è tradotto in una diminuzione del 33% degli incendi provocati dall’uomo allo scopo di espandere le aree per le coltivazioni, gli allevamenti e le miniere. Per la transizione green dell’economia brasiliana, Lula ha annunciato un piano con investimenti per centinaia di miliardi di dollari, tra fondi pubblici e capitali privati. Quando alla guida del Brasile c’era invece Jair Bolsonaro- quindi dal 2019 al 2022 – la deforestazione amazzonica è aumentata del 75,6% e le emissioni di gas serra del Paese sudamericano sono cresciute del 9,5%. Bolsonaro, che nella foresta pluviale aveva intenzione di costruire un’autostrada, amava ricordare che il tesoro dell’Amazzonia non erano gli alberi ma l’oro lo stagno e il magnesio, e giudicava “una pagliacciata” le mobilitazione internazionale per la salvezza della foresta. Aveva persino rifiutato i 20 milioni di dollari offerti dal G7 per la lotta agli incendi. Non è vero, dunque, che questo o quello per noi pari sono.