Nuova intimidazione al giornalista Rai Fvg Giovanni Taormina. Solidarietà innanzitutto, ma al collega diciamo anche… attento ai finti amici

Ancora una intimidazione grave nei confronti del giornalista della Rai Fvg Giovanni Taormina. Si apre così il comunicato diffuso da Assostampa Fvg.  Questa mattina infatti il collega cronista Rai  si è visto “recapitare” tre proiettili sul sedile della sua auto parcheggiata sotto casa. E’ il secondo episodio nel giro di pochi mesi, nel primo, era  l’aprile scorso, una busta sempre  con proiettili gli venne fatta trovare sul cancello della sede Rai di Udine.  “Oltre a esprimere a lui la totale solidarietà e vicinanza, scrive Assostampa Fvg, ci auguriamo che presto vengano individuati i responsabili di queste minacce. Chiediamo alle autorità di fare tutto il necessario per garantire l’incolumità di Giovanni Taormina e per consentirgli di continuare a svolgere liberamente il suo lavoro. La nota opportuna quanto dovuta, riporta in calce le sigle di Fnsi, Usigrai, Associazione Stampa del Friuli Venezia Giulia, Ordine dei giornalisti e il CdR della Rai Fvg. Anche come FriuliSera ci uniamo alla solidarietà. Corre però l’obbligo di avvertire il collega che come spesso accade in questi casi in Friuli, anche nella categoria si annidano detrattori. Non tanti e non tutti, ovviamente, ma abbastanza perchè il maligno seme della malizia si diffonda liberamente. Già nell’aprile scorso quando avvenne il primo episodio di intimidazione, vi era chi addirittura metteva in dubbio la veridicità delle minacce subite da Giovanni Taormina arrivando ad ipotizzare che la busta fosse di dubbia provenienza ma non malavitosa. Vogliamo denunciarlo questo fatto perchè episodi di questo tipo in passato sono già accaduti e l’atteggiamento da parte di qualcuno è stato il medesimo, per poi scoprire a quasi un decennio, che minacce ed intimidazioni erano vere e venivano proprio da ambienti funzionali ad attività mafiose che cercavano di permeare addirittura l’amministrazione regionale. L’incredulità verso fatti intimidatori avviene forse perchè alcuni “colleghi” vivono una sindrome di inferiorità nei confronti di chi, nel bene e nel male, ci prova a fare giornalismo d’inchiesta. Più che invidia è frustrazione nel vedersi relegati  ad un giornalismo scodinzolante di riporto o forse, più probabilmente, perchè si sentono e probabilmente sono, funzionali al teorema culturale molto complesso da sradicare secondo cui il Friuli è terra esente da fenomeni malavitosi organizzati e tanto meno da intimidazioni e minacce. Una incredulità superficiale che poi cozza con dati e notizie e con la presenza, segnalata perfino da qualche Procura, di “metastasi” malavitose nella gestione e ripartizione di appalti quando non di veri e propri investimenti di riciclaggio in settori economici delicati, costruzioni e gestione rifiuti, innanzitutto.
Ecco caro Giovanni, ci rivolgiamo direttamente al collega Tormina, era giusto dirtelo, anche se sono certo che ci tireremo  dietro critiche infinite da chi pensa ancora che certi panni si debbano lavare in famiglia, che poi vuol dire che devono restare luridi e nascosti. Per questo è bene che tu non ti fidi del tutto delle pacche sulle spalle, perchè la calunnia non solo è un “venticello”, ma diventa perfino molto più pericolosa dei proiettili intimidatori. Tieni duro e prosegui nel tuo lavoro, noi per quanto possiamo saremo al tuo fianco.
Fabio Folisi

 

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