Nuovo assegno unico e universale, lavoratori frontalieri a rischio esclusione, la denuncia della Uil
La UIL Friuli Venezia Giulia esprime forte preoccupazione per i contenuti della legge-delega sul assegno unico e universale, recentemente approvata dal Parlamento italiano, che allo stato attuale escludono da tale beneficio i lavoratori frontalieri impiegati in Italia e residenti all’estero.
Cittadini comunitari che lavorano in un paese dell’Unione europea (cui versano i contributi previdenziali e pagano le tasse sul proprio salario) e risiedono in altro paese confinante o limitrofo, in cui rientrano al più tardi settimanalmente, i lavoratori frontalieri sono coperti dai regolamenti comunitari in materia di coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale, i quali dispongono che in via prioritaria sia il paese di lavoro a pagare le prestazioni di tipo familiare, senza poter in alcun modo eccepire la mancata residenza dei familiari del lavoratore nel proprio territorio.
La legge-delega, invece, prevedendo come necessaria la residenza/domicilio dei figli del richiedente l’assegno in Italia – requisito impossibile da soddisfare per i lavoratori frontalieri impiegati in Italia, la cui famiglie risiedono nei paesi confinanti e limitrofi al nostro paese – si pone in contrasto con la norma comunitaria di rango superiore. Simile discorso vale per la richiesta dell’ISEE, quale strumento per determinare l’importo dell’assegno unico e universale, tenuto conto che tale indicatore non è ottenibile dalle persone residenti fuori dal territorio italiano (eccezion fatta per chi intende avvalersene ai fini dello studio universitario). Infine, il requisito obbligatorio del pagamento dell’imposta sul reddito in Italia, mette ulteriormente fuori gioco i lavoratori frontalieri residenti in Austria e impiegati in Italia, che in via eccezionale, in virtù dell’accordo bilaterale tra i due paesi in materia fiscale, è previsto paghino le tasse sul proprio salario in territorio austriaco.
“Si tratta di tre aspetti – commenta Michele Berti, Responsabile del Dipartimento Internazionale della UIL Friuli Venezia Giulia – che se non verranno corretti in sede di emanazione dei decreti ministeriali attuativi, creeranno gravi discriminazioni principalmente a danno dei lavoratori frontalieri residenti in Slovenia, Croazia e Austria e impiegati nel mercato del lavoro del Friuli Venezia Giulia, unica regione italiana a ospitare un consistente flusso di lavoro frontaliero in entrata, tali da configurare un’infrazione del diritto comunitario da parte dell’Italia”.
“Fortunatamente – conclude Berti – la nostra segnalazione dal territorio è stata recepita e condivisa dalla UIL Nazionale che, insieme alle altre importanti criticità originate dalla struttura del nuovo assegno univo e universale, la sottoporrà all’attenzione della Ministra per le Pari Opportunità, Elena Bonetti, nell’imminente e urgente incontro richiesto al Governo italiano sul tema. È una soddisfazione, che testimonia la costante capacità della UIL Friuli Venezia Giulia di sorvegliare e presidiare con efficacia e tempismo le dinamiche di tutti i lavoratori che svolgono la loro opera nella nostra regione”.