Oggi in scena su La7 su Wartsila un Fedriga sindacalista. Una faccia per ogni occasione
Ascoltando solo l’audio della diretta televisiva di questa mattina nel corso della trasmissione di La7 l’Aria che tira, poteva sembrare che in direttaci ci fosse Maurizio Landini in dialogo con gli operai della Wartsila. Ed invece era Massimiliano Fedriga che oltre a raccontare quanto è stata cattiva l’azienda finlandese ha gonfiato i muscoli nascondendo i limiti della sua azione e cercando di abbracciare il governo nazionale per dividere la responsabilità. “L’azienda ha preso milioni di euro pubblici per andare avanti con attività e farla crescere”, ha tuonato Fedriga, la regione si è mossa insieme al governo già da mesi, con interlocuzioni non soltanto con Wartsila ma anche col governo finlandese, che aveva dato rassicurazioni e aveva prospettato nuovi investimenti”. “Possiamo riprendere qualsiasi interlocuzione, ha tuonato Fedriga, solo al ritiro delle procedure dato che non possiamo fidarci”. Insomma un Fedriga dalle molte facce che ci fa sospettare che la fiducia malriposta non debba essere solo verso i finlandesi. Lo ha evidenziato anche ma su tematiche generali Salvatore Spitaleri del Pd Fvg: “C’è da rimaner straniti a vedere i due volti di Fedriga. C’è un politico romano, dialogante e draghiano, e c’è un ‘governatore assoluto’ che a casa propria, insieme ai componenti della sua Giunta, ignora politiche di investimento e ogni giorno calpesta tolleranza e dialogo”. Per l’esponente dem “guai ai vinti” è il motto della Giunta Fedriga, siano le opposizioni costantemente ignorate, siano i professionisti sanitari vilipesi, siano gli amministratori locali minacciati se criticano sanità e gestione degli enti locali. Qui, ai confini dell’impero, degli appelli a Draghi e alla buona politica non arriva neppure l’eco”, del resto un fatto di oggi dimostra plasticamente come non solo il fvg patisce la “delocalizzaione” internazionale, ma perfino “nazionale”. La notizia è che la Sbe-Varvit gruppo leader nella produzione di giunti meccanici con stabilimenti a Monfalcone e Tolmezzo ha deciso di avviare i lavori per un nuovo sito produttivo ad Acerra nel napoletano. L’investimento vale 30 milioni di euro ed è funzionale all’ampliamento della capacità produttiva di Sbe-Varvit, gruppo nato dalla fusione tra la Sbe di Mofalcone, la Varvit di Reggio Emilia e la Osd di Pioltello. Il gruppo tra i leader mondiali nella produzione di giunti meccanici di fissaggio di fondamentale importanza per molti settori industriali, ha ricevuto il via libera alla costruzione di uno stabilimento produttivo nel napoletano. I lavori sono già partiti, e la previsione è di avviare la produzione entro la fine dell’anno. Si tratta del sesto stabilimento che già oggi conta su cinque stabilimenti di cui due in Fvg, (a Monfalcone e a Tolmezzo) e uno in Serbia, conta un migliaio di addetti e 5.000 clienti distribuiti in più di 70 Paesi. Sbe-Varvit, gruppo nato dalla fusione tra la Sbe di Mofalcone, la Varvit di Reggio Emilia e la Osd di Pioltello. Ebbene l’azienda avrebbe potuto ampliare le produzioni in Fvg ma ha deciso di de-localizzare adducendo la mancanza di manodopera specializzata. Su questo sempre dal Pd arriva un piccato commento da parte del responsabile Economia del Pd Fvg Renzo Liva,: “La delocalizzazione in Campania della Sbe-Varvit è un fallimento secco della Giunta Fedriga: fuggono anche le imprese radicate in regione non solo le multinazionali. La mancanza di manodopera qualificata in Friuli Venezia Giulia non è una sorpresa ma arrivare al punto che non si trovano sessanta operai pone domande enormi sull’operato del centrodestra in questi anni. Non solo non siamo attrattivi, siamo respingenti. Chissà se l’assessore alle attività produttive scrollerà la sua giovanile e sbarazzina chioma, sentendosi chiamato in causa, o invece sparirà come usa nei momenti complicati”. “Le proposte strutturali del Pd anche in assestamento – aggiunge Liva – chiedono appunto il confronto con la realtà e non la narrazione di comodo, di concentrare le risorse sui temi fondamentali e fra questi una politica dei flussi migratori e dell’integrazione coordinata rispetto alle esigenze del sistema economico, un impegno sui redditi dei lavoratori e soprattutto – conclude – formazione, formazione, formazione”.