Operazione di dossieraggio sui firmatari della perizione contro l’acciaieria, Danieli cerca di giustificare, ma non convince
Non convince la spiegazione data attraverso un comunicato dalla Danieli per giustificare la reiterata richiesta, attraverso un ricorso al Tar, dei nomi degli oltre 24mila cittadini che hanno firmato la petizione per bloccare l’acciaieria Digital Green Steel Project nell’area industriale dell’Aussa Corno di San Giorgio di Nogaro. Non convince perchè quei nomi nulla potrebbero dire agli azionisti anche fosse vera la motivazione che essendo Danieli “un’azienda quotata la richiesta è finalizzata anche a dare ai propri azionisti motivazioni e informazioni complete rispetto alla decisione di indirizzare l’investimento su un altro territorio”. Immaginiamo gli azionisti spulciare i nomi, mentre più facile pensare ad una azione di dossieraggio a futura memoria o la ricerca di soggetti, magari stessi dipendenti o collaboratori dell’azienda di Buttrio o amministratori locali, liberamente contrari a quel progetto, ma che andrebbero puniti per la loro “infedeltà” aziendale. La Danieli spiegava la nota chiarificatrice “ha chiesto l’accesso agli atti alla Regione al solo fine di avere un quadro informativo completo dal punto di vista amministrativo” in sostanza sembra di capire sarebbe una operazione di controllo per stabilire la regolarità del voto che non si capisce come potrebbe essere attuata dato, fra l’altro, che l’operazione di controllo era stata già attuata dalla Regione tanto che delle 24173 presentate inizialmente al Consiglio regionale ne erano state in realtà “validate” 21974, sufficienti tuttavia per dimostrare che quell’impianto non era gradito al territorio dove lo si voleva imporre. Bene quindi a fatto la Regione in un giusto sussulto di sovranità politica a negare quei nomi, anche perchè la reale natura “punitiva” dell’operazione è smascherata da quanto espresso ieri dalla stampa “amica” della Danieli che puntualizza come la Regione abbia fornito “i rapporti delle Università di Udine e Trieste e di altri esperti che hanno escluso impatti negativi ambientali e sottolineato gli aspetti positivi di natura economica e sociale, ma non la petizione che, a detta della stessa Regione, ha costituito elemento decisivo per le proprie scelte”. Vedremo cosa deciderà il Tar, ma sarebbe gravissimo se i nomi dei cittadini venissero dati in pasto per creare quelle che palesemente rischierebbero di essere liste di proscrizione.