“Vendetta, tremenda vendetta”? La Danieli ha chiesto alla Regione l’elenco dei firmatari della petizione antiacciaieria

“Sì, vendetta, tremenda vendetta!” Viene da citare la celebre affermazione tratta dal Rigoletto di Giuseppe Verdi quando, il protagonista dell’opera, il buffone intenzionato a fare giustizia in prima persona, vuole sostituirsi  a Dio.  La scelta del paron della Danieli di dare mandato ai propri avvocati di chiedere alla Regione di avere l’elenco dei firmatari della petizione contro il progetto di acciaieria a San Giorgio di Nogaro sembra essere proprio nel solco del Rigoletto. Il Consiglio Regionale ha detto di no per motivi di privacy, ma  l’azienda tramite i suoi avvocati ha presentato ricorso al TAR per ottenere il documento e una udienza potrebbe essere fissata già nel prossimo mese di febbraio. La scelta che lascia davvero basiti per l’arroganza che si palesa, non è ben chiara nelle motivazioni perchè  non sarebbe ovviamente quella di fare causa individuali  ai 21.974 firmatari ma, fa saper l’azienda di Buttrio, “ottenere i dati necessari a verificare la regolarità della procedura di raccolta delle firme allegate alla petizione popolare”. Le firme erano state consegnate al presidente del Consiglio regionale Bordin e da quanto si è saputo nel ricorso per l’istanza di accesso al Consiglio Regionale,  si puntualizza  la necessità di tutelarsi a livello legale contro un’affermazione ritenuta lesiva degli degli interessi dell’azienda, laddove si scrive tra le altre cose che l’impianto avrebbe provocato “irreversibile danno ambientale”. Ovviamente come è noto l’operazione non avrebbe lo scopo di rimettere in ballo,  la scelta dell’acciaeria ormai destinata ad una realizzazione in Toscana in quel di Piombino, ma ad una sorta di vendetta postuma contro gli organizzatori della raccolta firme?

Nel pomeriggio odierno (4 gennaio)  però la Danieli ha emesso una nota ufficiale nella quale  nega recisamente «l’ipotesi di una causa ai 24mila cittadini» definendola «frutto di ricostruzioni giornalistiche fantasiose e destituite di ogni fondamento.»  «Il gruppo Danieli» si legge ancora nella nota come riporttata dal sito del Tgr Rai «è da sempre attento al territorio in cui l’azienda è nata e rispettoso delle sensibilità della sua popolazione. Anche per questo a seguito della volontà della Giunta Regionale di interrompere la procedura riguardante l’autorizzazione per l’insediamento del Digital Green Steel Project nell’area industriale dell’Aussa Corno, ha inteso raccogliere informazioni per comprendere le ragioni di questa decisione.»

«Essendo Danieli un’azienda quotata tale richiesta è finalizzata anche a dare ai propri azionisti motivazioni e informazioni complete rispetto alla decisione di indirizzare l’investimento su un altro territorio.» «La Regione ha consentito l’accesso, inclusi i rapporti delle Università di Udine e Trieste e di altri esperti che hanno escluso impatti negativi ambientali e sottolineato gli aspetti positivi di natura economica e sociale. Fra i materiali inviati mancava invece la petizione che, a detta della stessa Regione, ha costituito elemento decisivo per le proprie scelte. A seguito del diniego, Danieli ha presentato ricorso al TAR in quanto a parere dell’azienda le motivazioni addotte non sono fondate.» Il Gruppo ribadisce che la richiesta è stata fatta al solo fine di avere un quadro informativo completo dal punto di vista amministrativo.» Ma che dire, a pensare male……

 

 

 

Questo il Documento presentato dai Comitati promotori della petizione:

Al Presidente del Consiglio regionale Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia

PETIZIONE CONTRO L’ACCIAIERIA I SOTTOSCRITTI CITTADINI

richiamate le vigenti norme nazionali e comunitarie

ed in particolare quelle di natura ambientale
SI OPPONGONO

• a qualsiasi futura escavazione del canale navigabile oltre la quota esistente e all’ulteriore
“manomissione/compromissione” della Laguna di Grado e Marano;

• alla trasformazione dell’area indicata come “Punta Sud” nella zona industriale di San Giorgio di Nogaro e delle zone limitrofe, già destinate ad area verde;

• alla costruzione di una nuova acciaieria, di altri impianti industriali e/o infrastrutture che creerebbero un irreversibile danno ambientale.

 

La PETIZIONE CONTRO L’ACCIAIERIA ha raggiunto in soli quattro mesi lo storico risultato di 24.173 firme (di cui 21.974 riconosciute valide), che i promotori Comitati No Acciaieria-Salviamo la laguna hanno consegnato al Presidente del Consiglio Mauro Bordin, in data 25 luglio.

 

Oggi, in questa sede, nel ruolo di portavoce dei firmatari, nonché di altri numerosi cittadini le cui firme sono pervenute in data successiva, i Comitati:

• esprimono forte disappunto per non essere stati invitati a partecipare ai lavori della II e IV Commissione congiunta del 21 settembre scorso, sede ritenuta quanto mai opportuna per un aperto e puntuale confronto con e tra tutte le parti interessate, considerando tale esclusione lesiva del diritto democratico alla partecipazione popolare diretta dei cittadini mobilitati;

• constatano quanto purtroppo l’odierna convocazione in II Commissione per la discussione sulla petizione sia tardiva per poterne derivare un contributo efficace, tenuto conto dell’evoluzione e risoluzione della vicenda dell’acciaieria;

• chiedono di avere copia di tutti gli studi, commissionati dalla Regione con finanziamento pubblico, intendendo sia quelli presentati il 21 settembre e già in quell’occasione oggetto di merito del dibattito, sia quelli ancora in itinere, non appena saranno disponibili;

• ribadiscono la ferma opposizione a qualsiasi scavo del canale navigabile oltre la quota massima di 7,5 metri prevista dal Piano di Gestione della Laguna del 2018 e a qualsiasi azione in qualsiasi modo compromissoria del fragile e prezioso ecosistema della Laguna di Grado e Marano;

• considerano obiettivo primario ed imprescindibile che sia dato al più presto concreto compimento alla destinazione ad area di verde pubblico del Fearȗl, altrimenti indicato come “Terreni di Punta Sud” in Comune di San Giorgio di Nogaro, come previsto nelle intenzioni originarie che ne hanno visto l’acquisto da parte dell’ente gestore Consorzio per lo sviluppo della Zona Industriale Aussa Corno grazie a finanziamento regionale e come peraltro stabilito dal tuttora vigente Piano Particolareggiato del 1993 (previa bonifica degli inerti ivi depositati);

• chiedono di essere riconosciuti dalla Giunta e dal Consiglio Regionale in qualità di protagonisti nella progettazione dell’area verde del Fearȗl.