Opinioni: La scuola autonoma del Fvg: controllo politico,“quote” limitate per bambini stranieri e programmi scolastici regionali
Mentre in Consiglio dei Ministri la Lega cerca ancora di trovare il modo di convincere sulla bontà dell’autonomia differenziata, il Friuli Venezia Giulia, regione autonoma a guida leghista, avoca a sé la gestione della scuola, creando la prima forte spaccatura nel sistema scolastico nazionale. La regione si occuperà di definire gli organici e gestire le graduatorie del personale precario, mettendo le mani nel reclutamento, con la possibilità di bandire concorsi a cattedre regionali. Inquietante è la possibilità di incidere sugli aspetti più strettamente didattici, con la facoltà di istituire insegnamenti specifici regionali, operando un pesantissimo attacco all’unitarietà nazionale del sistema di istruzione e alla libertà di insegnamento.
In stile prettamente leghista, inoltre, non manca una buona dose di demagogia contro gli stranieri, con la possibilità di stabilire un tetto massimo agli alunni non italiani nelle classi, una sorta di “quota stranieri” come nella migliore tradizione dell’apartheid sudafricano, che impediva l’accesso alla scuola statale dei bianchi.
Come ovvio non manca lo specchietto per le allodole delle scuole aperte tutto l’anno e tutto il giorno. Con quali risorse? Questo non è dato saperlo. Gli insegnanti, secondo l’accordo che attende solo la firma definitiva del ministro (leghista) Bussetti, continueranno ad essere pagati dallo Stato, ma si paventa come possibile la firma di contratti integrativi regionali che aumentano le ore di lavoro e i carichi di lavoro del personale docente e Ata, in cambio di qualche spicciolo in più.
Il progetto di regionalizzazione della scuola, che il FVG sta accelerando e per cui Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna spingono fortemente, è un progetto di smantellamento del diritto all’istruzione uguale per tutti, su tutto il territorio nazionale.
USB si oppone ad ogni progetto di autonomia regionale sulla scuola e in generale sui diritti essenziali della persona, del cittadino e dei lavoratori, che devono essere garantiti in egual maniera in ogni angolo del Paese, senza distinzioni tra centro e periferie, tra nord e sud, tra zone ricche e zone depresse.
Alessandro Perrone
Responsabile area relazioni sindacali USB Fed.ne Gorizia