Ospedale pediatrico “Burlo Garofalo”, le case A.b.c. diventano sei: progetto accoglienza per ospitare i genitori e i familiari dei piccoli pazienti chirurgici
A.B.C. passa da cinque a sei case per ospitare i genitori e i familiari dei piccoli pazienti coinvolti nel percorso di cura presso l’IRCCS Burlo Garofolo: da qualche mese, infatti, si è aggiunto un nuovo appartamento in via Conti a Trieste. Accoglienza è una parola chiave per A.B.C., Associazione per i Bambini Chirurgici del Burlo che dal 2005 offre sostegno a tutti i bambini che devono affrontare complessi percorsi di cura all’interno dell’ospedale materno infantile Burlo Garofolo di Trieste e alle loro famiglie. All’accoglienza dei bambini e delle famiglie l’Associazione dedica, infatti, uno dei suoi progetti cardine, attivo sin dall’inizio delle attività di A.B.C. Molti dei bambini che devono affrontare importanti interventi chirurgici all’IRCCS Burlo Garofolo provengono da fuori Trieste: non solo dal Friuli, dal pordenonese o dalla vicina Slovenia, ma anche da tutta l’Italia e dall’estero. Trovare un alloggio durante il periodo di ricovero del bambino diventa quindi una necessità e, talvolta, una preoccupazione urgente per le famiglie, che possono non essere in grado di sostenere i costi di un soggiorno prolungato fuori casa e non avere la prontezza di gestire con lucidità tutti gli aspetti pratici di un trasferimento in un momento emotivamente così delicato. Per rispondere a questa esigenza, A.B.C. mette a loro disposizione degli alloggi gratuiti, situati nel centro città: le Case A.B.C.
Le case diventano sei
Le Case A.B.C. sono aumentate nel corso del tempo, per rispondere a un bisogno sempre crescente da parte delle famiglie. Da qualche mese, infatti, A.B.C. ha messo a disposizione delle famiglie la sesta casa, un accogliente appartamento nella centrale Via Conti a Trieste. Tutte le Case A.B.C. si trovano in posizioni strategiche, comode per raggiungere il centro della città e l’ospedale, ben servite dai mezzi e curate nei dettagli, nella disposizione delle stanze, nel mobilio perché possano offrire conforto, relax e intimità alle famiglie e diventare un nuovo nido, per ricaricare le energie e rigenerare le dinamiche della famiglia durante il difficile periodo del ricovero ospedaliero. Spesso intere famiglie (con altri figli, nonni o zii) si trasferiscono a Trieste per il periodo del ricovero e in queste nuove case ritrovano una propria quotidianità, ancor più importante in un momento così delicato. Ad attendere e seguire le famiglie, e a rispondere alle loro esigenze, sono sempre presenti i volontari di A.B.C.
Il progetto Accoglienza, dunque, alleggerisce le famiglie dalla preoccupazione, di tipo pratico, di dover trovare un alloggio nel periodo di degenza e durante le visite a Trieste del loro bambino, e dall’onere a livello economico che questo soggiorno comporta. A.B.C. sostiene un’accoglienza a tutto tondo: oltre a garantire un alloggio gratuito, aiuta le famiglie in maggior difficoltà a sostenere le spese di viaggio e di prima necessità durante la loro permanenza a Trieste. E, naturalmente, le case diventano un nuovo, accogliente nido.
Riflessioni sulla migrazione sanitaria
A seguito della crescente domanda, l’Associazione si interroga e si informa sullo stato della migrazione sanitaria, al fine di rispondere e incontrare al meglio le esigenze dei propri beneficiari.
L’ultima ricerca del Censis sul tema risale al 2017 (“Migrare per curarsi”) e stima che ogni anno sono ben 71 mila, in Italia, i minori che si spostano dalla loro città per sottoporsi a cure mediche e chirurgiche. La stessa ricerca evidenzia come tra le destinazioni privilegiate dagli italiani restano le regioni del Nord, dato confermato anche dal Report dell’Osservatorio GIMBE (2/23) sulla mobilità sanitaria interregionale afferente all’anno 2020, che colloca il FVG in sesta posizione per saldo economico positivo derivante dalla mobilità sanitaria.
In questo scenario, Trieste costituisce un polo attrattivo di eccellenza per la qualità dei servizi sanitari erogati. A fronte di un fenomeno migratorio in crescita, A.B.C. fa fronte all’aumento delle richieste di ospitalità investendo nel Progetto Accoglienza e cerca sempre nuovi canali perché i suoi servizi possano essere conosciuti e garantiti al maggior numero di famiglie possibile.
Alcuni dati di A.B.C.: richiesta e risparmio
Lo storico delle presenze e dei giorni di occupazione delle Case di A.B.C. è aumentato nel corso degli anni, fino a rendere cruciale l’apertura della sesta Casa.
Secondo i dati di monitoraggio raccolti, sempre di più le famiglie si trovano a dover affrontare un viaggio lungo ed oneroso: nell’anno 2023, in media, il 34% degli ospiti nelle Case di A.B.C. proviene dal sud Italia (con picchi del 50% in alcuni mesi dell’anno). Nel periodo recente, l’Associazione ha osservato che i giorni di soggiorno sono anch’essi aumentati, passando mediamente da 6 a 7.
In base alle proiezioni, ad oggi A.B.C. è in grado di accogliere circa 240 famiglie l’anno.
Considerato che il costo per una sistemazione in una camera tripla nella città di Trieste ha un valore medio di circa 100€ a notte, con grandi oscillazioni durante i vari periodi dell’anno, il progetto Accoglienza A.B.C. si riconferma un supporto significativo per le famiglie che si trovano a dover affrontare il difficile momento del ricovero.
Chi è A.B.C.
A.B.C. è nata nel 2005 a Trieste da due genitori che hanno affrontato un lungo percorso chirurgico per il loro bambino. Oggi è un’organizzazione ben strutturata che aiuta tutti i bambini che devono affrontare complessi percorsi di cura all’interno dell’ospedale materno infantile Burlo Garofolo di Trieste. A.B.C. garantisce accoglienza ai bambini e alle famiglie durante il periodo di ricovero in ospedale e offre sostegno psicologico ed emotivo in reparto e fuori, accompagnando le famiglie durante tutto il percorso di cura e anche dopo il rientro a casa. A.B.C., inoltre, sostiene il Burlo donando strumentazione specialistica, supportando la ricerca scientifica e la formazione degli operatori.