Ospiti a Udine questa sera al Visionario, Maryam Barek, fuggita dall’Inferno afghano e Ahara Ghambar, ragazza iraniana

Time for Africa e il  Comitato Stop TTIP da sempre in prima linea a denunciare le violazioni dei Diritti umani, a tutte le latitudini organizzano per questa sera, mercoledì 8 marzo ore 19.00  un evento al Visionario di Udine. Si potrà ascoltare la testimonianza, si legge in una nota,  di  Maryam Barek, una delle quattro sorelle afghane che abbiamo aiutato a fuggire dal disordine afghano nei giorni tremendi dell’ira ora residente a Roma insieme al padre, al marito di una di loro e alla piccina, in grembo alla madre nei giorni terribili della fuga. Seguirà anche l’intervento di  Ahara Ghambar, ragazza iraniana.  Scrive Maryam: “Innanzitutto grazie mille per avermi ospitato qui e avermi dato l’opportunità di farlo ed essere la voce delle donne afgane. Quelle donne che vengono dimenticate ed eliminate dalla società. Quelle donne che tollerano i maltrattamenti ma continuano a lottare per loro diritti, anche se il mondo tace e non c’è alcuna reazione contro i talebani”. “Oggi il mondo celebra la festa della donna, ma le donne afghane sono prive dei loro diritti più elementari, come il lavoro e l’istruzione. In un atto chiaramente discriminatorio basato sul genere. Anche questo anno accademico ricomincerà senza la partecipazione delle ragazze afgane. Le donne afghane sono sempre state private dei loro diritti umani fondamentali, da sempre vittime, vittime della guerra, della tradizione e ora vittime della politica. Negli ultimi 20 anni non abbiamo avuto la pace. Le donne ricevevano un’istruzione; la gente accettava la presenza delle donne, diverse sezioni della società e la mentalità stavano cambiando. Le donne afgane si sono preoccupate perché hanno sempre un’immagine oscura dal regime talebano. Le donne afgane hanno alzato la voce per i propri diritti, ma nessuno sentito. I talebani hanno il peggior comportamento con le donne e vogliono rimuoverle dalla società ma ancora le donne stanno lottando per i loro diritti, sollevando la loro voce, da trattare come umana rispettabile perché le donne afgane di oggi sono istruite e
sono consapevoli della loro posizione e status nella religione e nella società. La vita per loro non è facile, nessuno sa da quante donne istruite vengono uccise; come trattano i talebani le donne che per loro sono l’unica fonte di sostentamento per le famiglie? E penso che tutto rimarrebbe nascosto poiché i media afghani sono sotto pressione e i media internazionali non sono in grado di catturare e diffondere queste realtà. Oggi noi donne afghane siamo deluse perché nessuno ci sostiene, oggi lottiamo da sole per i nostri diritti e il mondo ci sta solo guardando.
Abbiamo sempre una domanda nella mente: i talebani hanno superpoteri, nessuno può controllarli? E per questo siamo dimenticate? Nonostante tutti questi problemi, le donne afgane stanno ancora l’una con l’altra e non voglio arrendersi. Ci sono donne che insegnano segretamente alle ragazze afghane nelle loro case, sperando che un giorno torneranno a sorridere e ad avere i loro diritti. Stiamo cercando di girare una pagina nera della storia del paese con le nostre mani potenti. Oggi io, come ragazza afghana, richiedo e invito i leader mondiali a intraprendere azioni concrete contro i talebani e a portare al vertice i diritti umani delle donne afghane come una priorità della loro agenda”.