Pellegrino (Avs): Prosegue la discriminazione verso gli ex malati di tumore. L’oblio oncologico è un principio non negoziabile, né derogabile
“Quando il 3 ottobre l’Aula ha suggellato la piena adesione alla mozione per accelerare l’iter normativo nazionale, per l’approvazione della legge sull’oblio oncologico e votata all’unanimità dal Consiglio Regionale, è stato dato un forte segnale di civiltà verso tutte quelle persone che, una volta guarite, non devono essere in alcun modo oggetto di indagini in merito alla propria pregressa condizione patologica.” Così in una nota la Consigliera Regionale Serena Pellegrino, Alleanza Verdi e Sinistra, relativamente a un articolo occorso su un quotidiano nazionale, dove si apprende che una giovane donna è stata ‘refertata’ come non idonea a un concorso pubblico perché ex paziente oncologica. La donna, nonostante la Laurea in psicologia e un Master con il massimo dei voti, ha dovuto rinunciare ad entrare nella Guardia di Finanza. “Chi ha avuto un tumore può e deve vivere normalmente – prosegue la Consigliera – ottenere la guarigione da una patologia oncologica non basta per riacquistare serenità e vivere con piena dignità, resta uno strascico discriminatorio e perennemente lesivo dei diritti delle persone: ancora oggi la certificazione clinica della guarigione non elimina l’incomprensibile stigma e le insopportabili discriminazioni che gravano sui guariti dal cancro e che impediscono la parità di trattamento nel lavoro, nei rapporti con assicurazioni e banche, nelle procedure per le adozioni, nella società in generale.” E prosegue Pellegrino “La voglia, l’aspirazione e il desiderio di continuare a condurre una vita normale, lavorativa e sociale, è di grande aiuto per le persone malate e ancor di più per chi è guarito. In una società civile come la nostra – conclude l’esponente dell’Opposizione – la cosa più difficile per la Politica è quella di analizzare e vedere quello che sarà il punto di caduta. Lo è stato nelle riforme socio-sanitarie degli anni ’70, lo deve essere ancor di più oggi di fronte a tematiche, una su tutte quelle del suicidio medicalmente assistito, che vedono la dignità umana come principio non negoziabile e men che meno derogabile.”