PNRR. Forza Italia: riforma medicina territoriale inutile senza nuovi medici di base
“E’ un bene che la sanità territoriale sia al centro del Pnrr, ma al di là dei principi serve più concretezza. Come facciamo ad organizzare l’assistenza sul territorio, ad esempio, se da qui ai prossimi venti anni i medici di medicina generale sono destinati a scomparire?”. Lo ha detto, nel corso di una conferenza stampa su medicina territoriale e Pnrr, il presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini, per la quale “Il Pnrr non è solo una montagna di denaro che cala su di noi, ma risorse collegate a investimenti e per noi il primo investimento riguarda il capitale umano”. Timori di un “approccio ideologico e poco concreto” alla mission sanità del Pnrr sono stati espressi dall’organizzatrice dell’incontro, la senatrice Laura Stabile, per la quale “i 7 miliardi del piano destinati alla medicina territoriale e circa gli 8 destinati a quella ospedaliera non bastano a coprire le necessità soprattutto di risorse umane. I medici di medicina generale, in particolare, dovrebbero passare a 35200 nei prossimi sei anni, un taglio fisiologico dovuto ai pensionamenti cui non segue alcun turnover. Temiamo – ha aggiunto la Stabile – che nel Pnrr ci si limiti a moltiplicare sportelli e strutture, ma senza avere il personale sufficiente a garantire assistenza al paziente, a ridurre le liste d’attesa, a mettere in rete le informazioni cliniche”. Dello stesso avviso il senatore forzista Marco Siclari, per il quale “serve una riforma sanitaria che prescinda dal Pnrr, altrimenti quando si esauriranno queste risorse ci ritroveremo nell’impossibilità di garantire continuità all’assistenza sanitaria. Ecco perché è necessario fissare un minimo garantito al fondo finanziario sanitario, a prescindere dall’andamento del Pil”. Per la senatrice Maria Rizzotti, inoltre, “oltre le risorse, preoccupano i decisori. Il Pnrr può essere un’ottima opportunità, ma va indirizzato nella maniera giusta. Un esempio? Portiamo la tecnologia nei nostri ospedali, sostituiamo macchinari obsoleti che sono la principale causa di falsi negativi. Purtroppo oggi molti tutori alla mammella non sono presi in tempo perché frutto di screening effettuati con apparecchi inadeguati”. Una medicina territoriale a misura di paziente, e in particolare dei pazienti anziani, è stato infine l’aspetto evidenziato dalla senatrice Paola Binetti per la quale “dobbiamo certamente ridurre le ospedalizzazioni e i tempi di degenza, ma serve garantire continuità di cura. Lasciare l’ospedale, proseguire la riabilitazione a casa è un’ottima soluzione ma non deve essere un ostacolo per i tanti anziani soprattutto soli. Il senso della riforma della medicina territoriale sta proprio nel garantire questa continuità”.