Pop Art da Roma a New York: opere di rara visione in mostra a Passons dal 28 ottobre
Un’immersione nella Pop Art, fra Roma e New York: a Passons di Pasian di Prato sarà possibile ammirare, da sabato 28 ottobre al 12 novembre, una trentina di opere emblematiche del genere, in una selezione di alto interesse – in mostra anche pezzi di rara visione, tutti provenienti da collezioni private – che spazia appunto dall’Italia agli States. In esposizione, fra l’altro, alcune Marilyn in vari colori, un disco con l’autografo di Andy Warhol, grafica di Robert Indiana, Rosenquist, Jim Dine, Lichtenstein; fra gli italiani saranno rappresentati Schifano (con “Paesaggio anemico” e “Tutte stelle”), Adami, Bay, Rotella, Angeli, Festa.
Promotrice della rassegna, curata da Didier Zompicchiatti e allestita nella sala espositiva al civico 2 di via Villalta, è l’Associazione All’Ombra del Campanile Aps, che con questa iniziativa conferma il proprio impegno nella promozione di occasioni artistiche di livello: i pezzi proposti in visione sono tutti opere grafiche, in una sorta di dialogo stilistico e contenutistico tra il nostro Paese e gli Usa, con una sala dedicata alle creazioni italiane e un’altra riservata alla produzione d’oltre oceano. Arricchiranno l’allestimento una bacheca con libri in tema e un gruppo di cataloghi d’arte.
«Per definizione – ricorda Zompicchiatti – il movimento artistico della Pop Art, abbreviazione di Popular Art, nasce a Londra nei primi anni Cinquanta, ma l’area culturale che lo esprime maggiormente è l’American life, propria degli Stati Uniti: qui si assiste ad una utilizzazione a livello colto dei linguaggi della cultura di massa, dalle immagini pubblicitarie ai fumetti, dal cinema alla televisione, dai prodotti di consumo alla moda. Pop diviene una parola d’ordine vibrante, critica, ironica, che si intreccia strettamente con lo stile di vita degli anni Sessanta, rappresentando un’intera generazione. Nello stesso periodo si assiste alla nascita e alla diffusione di una “via italiana” della Pop Art, pienamente in sintonia con le analoghe esperienze statunitensi ed europee del periodo, ma linguisticamente autonoma, che si distingue per la tendenza a rielaborare in profondità gli stereotipi culturali della nostra penisola e non solo i marchi e le icone della comunicazione, ponendo tra l’altro una grande attenzione alla manualità, lontana dalle tecniche industriali della Pop Art d’Oltreoceano».
L’allestimento – che sarà presentato e inaugurato ufficialmente sabato 28 ottobre, alle 18, in sala Zuliani – si può visitare, con ingresso libero, dal lunedì al venerdì dalle 16 alle 20, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 20.