Povero Fvg in che mani: difendiamo la democrazia e mandiamoli a casa
In questi ultimi anni ne abbiamo visti troppi di imbecilli al comando di questa povera Regione, pronti a fare opere inutili, anzi dannose e per giunta senza finire in galera. Ma uno come il presidente Fedriga o l’assessore
Scocimarro non li avremmo mai potuti immaginare. Credevamo che i tempi di Ridolini fossero finiti e con lui quelli di mani pulite, ma poi vista la spavalderia di chi ha preso il comando della Regione, ci siamo dovuti ricredere. Se non ci fosse di mezzo una valanga di soldi del PNRR, avremmo potuto credere di avere a che fare con degli attori che recitavano a soggetto per tenerci compagnia. Invece hanno truccato la Democrazia e vanno avanti
con la presunzione di farla franca, forti del fatto di essere impuniti grazie ad una magistratura assopita e a una classe di cosiddetti giornalisti che li incensa (non tutti però ndr) in cambio dei soldi della pubblicità
regionale pagata con i soldi dei cittadini. Loro pontificano e intanto la nostra Regione è preda della cementificazione e dell’affarismo che invade le terre della pianura con enormi campi fotovoltaici, frutto di una speculazione a suon di milioni che non ha nulla a che vedere con l’agricoltura. Una operazione sordida aperta all’affarismo senza scrupoli di pochi che con i soldi pubblici e in nome dell’energia green espropriano gli agricoltori e deturpano
l’ambiente sotto gli occhi della Coldiretti e di Legambiente. Per anni li abbiamo sollecitati a intervenire sull’Isonzo e alla prima banale piena è avvenuto ciò che temevamo. Eppure Scocimarro e i sui tirapiedi hanno scaricato impunemente il costo dei danni provocati dalle loro colpe sulla collettività. Non meno vergognosa è stata la fine riservata al lago di Cavazzo, alla val Calda e al Cellina trasformato in una cava di inerti regalata all’affarismo locale nel silenzio della magistratura e dell’Ufficio Dighe che dovrebbe sovraintendere alla sicurezza del dopo Vajont. Questi sono gli stessi che giuravano sull’inesistenza del progetto dell’acciaieria sulla laguna di Grado e Marano e intanto sperperavano i soldi pubblici per avvalorarlo con la complicità delle Università locali e degli amici degli amici. Li abbiamo presi con le mani nella marmellata e hanno dovuto battere in ritirata! Poi, fra le tante porcherie è arrivato l’affare della diga sul Tagliamento con il pretesto di difendere Latisana dalle piene. E lì, quando li abbiamo stanati, Scocimarro e i suoi leccac***o non hanno avuto nemmeno il coraggio di rispondere a tono alle contestazioni concrete: hanno semplicemente cambiato le carte in tavola, come fanno i guitti di strada con il gioco delle tre carte. Non pago di tanta vergogna, la settimana scorsa l’assessore all’ambiente che il mondo ci invidia per essere fra i candidati al Nobel per la scienza idraulica e alcolica si è recato alla Università di Trieste a solleticare i più bassi istinti di un corpo docente pronto a piegarsi per pagare il mutuo della casa e del suv. Salito in cattedra con quel fervore che ricorda la fondazione dell’Impero, ha fatto capire di avere i dindini per tutti, che c’erano un sacco di robe da fare: si intende a modo suo. C’erano i fiumi da sistemare e c’erano i pozzi di risorgiva da togliere a quelli della Bassa, soprattutto dopo la figura di cacca fatta da lui medesimo e da Fedriga nei ripetuti tentativi di chiudere le fontane e con esse una legge degli anni 30. Smentiti dalle piogge e nonostante i soldi messi sul piatto per controllare i pozzi, che hanno convinto solo una settantina di persone, il nostro baldo gerarca ha gettato il cuore oltre l’ostacolo e nell’imminente assestamento di bilancio ha postato la bellezza di
un milione di euro per la progettazione dell’acquedotto della Bassa, cioè di un sistema di pozzi artesiani e di una rete di distribuzione per eliminare, cioè chiudere i pozzi privati. Certo è che non gli è bastata la lezione dell’acciaieria e non ha capito che la democrazia è partecipazione e non l’olio di ricino. Difendiamo la democrazia e mandiamoli a casa. Troviamoci il 24 luglio a Villa Dora alle 21.00
Tibaldi Aldevis Comitato per la Vita del Friuli Rurale