Presentato il progetto di fattibilità del nuovo Museo Regionale della Resistenza nella ex Caserma Piave a Palmanova
È stato presentato stamattina il progetto di fattibilità del nuovo Museo Regionale della Resistenza nella ex Caserma Piave a Palmanova, in quella che fu uno dei principali centri di repressione antipartigiana regionali durante la Seconda guerra mondiale. Prima dell’inizio della presentazione, il vice presidente della Regione con delega alla Cultura, Mario Anzil, assieme ai consiglieri regionali, amministratori locali e studiosi presenti, ha visitato le celle della ex caserma Piave dove tra settembre 1944 e aprile 1945 operò il principale centro repressivo antipartigiano della Bassa friulana sotto il comando tedesco.
Qui furono torturati e uccisi centinaia di persone tra partigiani e dissidenti del nazi-fascismo, di molti dei quali le pareti delle celle conservano ancora struggenti messaggi. In otto mesi, dal settembre 1944 all’aprile 1945, nella Caserma Piave vennero massacrati 465 uomini e donne, imprigionati e torturati all’incirca altri 700 partigiani o supposti tali.
“Preservare la memoria della comunità deve indurci a non ripetere gli errori del passato, a volte degenerati in tragedia. Su certi argomenti non dovrebbero esserci divisioni o obiezioni determinate da visioni politiche differenti. I complimenti all’iniziativa dalla Regione e rimango a disposizione se potremo dare un aiuto al percorso di realizzazione del progetto. La storia attraverso le testimonianze e l’esperienza diretta di certi luoghi ha una forza comunicativa importante, utile anche alle nuove generazioni”, ha affermato Anzil.
Alla presentazione hanno partecipati anche il sindaco di Palmanova, Giuseppe Tellini, e i componenti della commissione tecnico scientifica che stanno seguendo la realizzazione del progetto, il professor Andrea Zannini e Vania Gransinigh.
“Il Museo – ha aggiunto l’assessore comunale alla cultura, Silvia Savi –, oltre ad avere una collocazione storica di rilievo regionale al pari della Risiera di San Sabba, offrirà l’opportunità di valorizzare, in un sistema di rete, anche i siti degli ex campi di concentramento di Visco e di Gonars. Il Museo avrà principalmente una fruizione didattica oltreché una destinazione culturale che andrà a completare l’offerta che oggi il Comune sta approntando con la ristrutturazione del Museo civico comunale, l’ampliamento del percorso di visita delle gallerie, il centro visita multimediale sui bastioni, e la gestione del Museo storico militare di Porta Cividale che il Comune ha da tempo richiesto al Ministero della Difesa”.
Il percorso che ha portato all’avvio della progettazione del Museo della Resistenza del Friuli Venezia Giulia nell’edificio della ex caserma veneta Piave di Palmanova iniziò nel 2002-2006 con la delibera comunale della Giunta Muradore-Cressati che avviò i primi interventi di manutenzione delle celle. Nel 2013 il Consiglio comunale del sindaco Martines votò all’unanimità un ordine del giorno per la realizzazione del Museo della Resistenza. Lo stesso ordine del giorno venne poi approvato dai Consigli comunali di oltre trenta Comuni del FVG tra cui Trieste e Udine.
Nell’aprile 2021 è stata nominata una Commissione scientifica composta da 11 membri in rappresentanza dell’Università degli Studi di Trieste e dell’Università degli studi di Udine, dell’Istituto friulano per la storia del movimento di Liberazione, dell’Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea nel Friuli Venezia Giulia (Irsec Fvg), del Comune di Udine, medaglia d’oro al valor militare della Resistenza – Musei civici di Udine, dell’associazione nazionale partigiani d’Italia e del Comune di Palmanova.