Presentato a Udine il volume “Il piccolo diario. Memorie di un Imi (1943-45)”

Nel pomeriggio di oggi martedì 19 settembre in Sala Ajace,è stato presentato presentato, a cura della Biblioteca Civica Joppi di Udine, il libro “Il piccolo diario. Memorie di un Imi (1943-45)” di Alighieri De Narda, volume a cura di Flavia Valerio e Alberto Vidon, edito da Gaspari editore. L’incontro è stato moderato dal direttore del Messaggero veneto, Paolo Mosanghini. L’evento è stato introdotto dal giornalista Walter Tomada alla presenza di Federico Pirone, assessore alla Cultura del Comune di Udine, Gianni Ortis, presidente dell’Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione di Udine e Carlo Baldassi, Anpi “Città di Udine”. Presenti in sala, tra gli altri, la consigliera regionale Manuela Celotti e il sindaco di Fagagna, Daniele Chiarvesio. Il volume narra l’epopea del soldato friulano Alighieri De Narda che poco più che ventenne venne rinchiuso in un campo per internati militati italiani in Germania a Wuppertal (nella regione della Ruhr). Il giovane soldato friulano venne arrestato a Firenze all’indomani dell’armistizio dell’8 settembre del 1943 e impiegato nei lavori forzati a favore del Reich per due lunghissimi anni, trasformati in un libro dal titolo “Il piccolo Diario. Memorie di Imi (1943-1945)”. De Narda a Wuppertal ci resta due anni e in quel campo e trova la forza di scrivere un diario clandestino. Si tratta di un dialogo a distanza con i genitori, una cronaca in cui l’immediatezza del lessico familiare si combina con espressioni vivaci o di registro elevato, sorprendenti in chi ha solo l’istruzione elementare. Con la scrittura, a volte ironica, allevia la quotidianità fatta di fame, fatiche, paure e nostalgia e nutre di speranza il suo spirito. Conservando e rafforzando la propria dignità, Alighieri combatte la sua Resistenza e il rifiuto di aderire alla Repubblica di Salò. A decidere di rendere pubblici i taccuini di Alighieri sono stati i figli Daniele e Velda, certi che “i ricordi del padre possano entrare a far parte della memoria storica della gente della nostra regione”. Ad accompagnarli in questo percorso, gli storici Armando Vidon e Flavia Valerio e la Gaspari Editore, convinti dell’importanza delle informazioni e dei sentimenti racchiusi in quegli scritti. Presente all’evento in sala Ajace anche il Presidente del Consiglio regionale del Fvg Mauro Bordin che ha emesso una nota di commento: “Ha trovato conforto nell’appuntare su un diario le brutture e le sofferenze che viveva quotidianamente. E in questo modo è riuscito, al termine della prigionia a Wuppertal a portarle con sé tramandando a tutti noi un tassello indelebile di quanto accaduto durante la Seconda guerra mondiale. Un concentrato delle paure e dei sentimenti provati da Alighieri De Narda.
“Scritti clandestini – ha commentato Bordin ci permette di comprendere, anche se probabilmente solo in parte, lo strazio provato dai soldati italiani catturati e internati dal regime nazista”.
“Racconti di storia vera – ha proseguito la massima carica dell’Assemblea legislativa – che andrebbero trasmessi ai più giovani e utilizzati a scuola come materiale didattico considerando che i nostri giovani, troppo spesso, studiano i conflitti mondiali solo con statistiche e numeri, dimenticando il fattore umano. Con l’auspicio di non ripetere gli errori del passato e di imparare da quanto finora accaduto, il Consiglio regionale continuerà a supportare tutti coloro che con impegno e dedizione raccontano e si occupano di storia”.
“Alighieri – ha aggiunto Bordin – è solo uno dei tanti militari friulani che si sono arruolati, sono partiti per il fronte sacrificando i loro anni migliori e, in molti casi, la vita stessa. Questo soldato, fortunatamente, è riuscito a ritornare a casa e, nonostante le tante atrocità viste e provate sulla propria pelle, ha continuato a vivere la sua vita con il sorriso, impegnandosi nel sociale e nella sua comunità prima come presidente della latteria turnaria e poi della banda musicale di Madrisio, solo per citare alcune delle cariche ricoperte. Ci ha tramandato così un altro prezioso insegnamento: la generosità verso il prossimo non ha mai fine, neppure dopo un conflitto o un periodo di prigionia dove l’unica consolazione era quella di scrivere delle lettere ai genitori con la speranza di potergliele, prima o poi, consegnare”.