Progetto acciaieria, spunta il giallo sulla telefonata di Bini negata da Benedetti in una lettera. In Consiglio regionale i motivi della bocciatura

E terminata dopo ben 6 ore l’audizione in Consiglio regionale sulla nota vicenda dell’acciaieria progetto della joint venture Metinvest-Danieli. Come è noto la realizzazione del mega sito produttivo, a questo punto, pare definitivamente archiviata perché contestata da diversi comitati territoriali ma anche da diversi sindaci del territorio, tanto che dopo oltre un anno da una prima acritica accettazione da parte della Giunta Regionale, è stata ‘bocciata’ da una “generalità” di qualche settimana fa, provocando il successivo stop al progetto che lo stesso presidente della Giampietro Danieli Benedetti ha annunciato. Tutto chiaro? Non del tutto perché la vicenda ha dei lati non ancora del tutto chiariti, soprattutto a livello procedurale e nella narrazione di un anno di stop & go. Così la seconda e quarta commissione congiunte hanno sentito molti soggetti in merito al futuro dell’area industriale dell’Aussa Corno, con particolare riguardo proprio al progetto integrato di infrastrutturazione industriale, capacità logistica e implementazione dell’accessibilità al porto del Comune di San Giorgio di Nogaro al servizio dell’ormai abortita realizzazione dell’acciaieria. Nel corso dell’audizione, sotto la sede del Consiglio Regionale si è svolto un presidio dai comitati, rimasti esclusi dalle audizioni per alcuni cavilli regolamentari, rigidità procedurale di cui probabilmente si poteva fare a meno. Questo ha provocato l’uscita dall’aula, in dissenso, della consigliera del Movimento Cinque Stelle, Rosaria Capozzi. Nel corso delle audizione i Consiglieri hanno ascoltato gli Assessori regionali alle attività produttive, all’ambiente e alle infrastrutture, i Sindaci dei Comuni dell’aria interessata all’eventuale progetto, le università di Trieste e Udine e i Professionisti che hanno redatto gli studi, in vero ancora non completi,  relativi all’area industriale dell’Aussa-Corno. Quello che appare palese è che le audizioni sono state fatte a decisione presa e solo perché i partiti di opposizione l’hanno chiesto. Sarebbe infatti convenuto alla maggioranza far calare una cappa di silenzio perché tutta la vicenda è apparsa a dir poco un colossale pasticcio opaco. Probabilmente per iniziale delirio di onnipotenza, si era pensato, evidentemente, di far passare quasi nel silenzio il progetto, forti del fatto che i miliardi in gioco fossero tanti e che dinnanzi al profumo dei soldi tutto poteva essere appianato, soprattutto nelle amministrazioni comunali. Ma la giunta non aveva fatto i conti che oltre al denaro ci sono altri valori, quelli ambientali e sociali, innanzitutto e che una mobilitazione potesse nascere dal basso, costringendo le antenne dei sindaci a percepire il malcontento crescente e che il silenzio imposto alla stampa venisse rotto. Quindi dopo un preventivo e ed entusiastico ok al progetto, con atti e dichiarazioni precise, da parte della giunta l’anno scorso, ecco iniziare “l’annaspamento”. Messi alle strette anche dalla reazione dei sindaci (bipartisan) prima ci si è chiusi nel silenzio con il Presidente Fedriga che sulla vicenda è apparso assente per settimane, lasciando in mano la patata bollente al suo assessore Bini. Poi ecco l’invasione di campo governativa attraverso il famigerato articolo 13 del Decreto legge governativo 104/2023 (disposizioni urgenti a tutela degli utenti, in materia di attività economiche e finanziarie) che come abito disegnato su misura poteva bypassare ogni opposizione al progetto miliardario attraverso la possibilità di commissariamento con relativa eliminazione per “intesse nazionale” di ogni istanza locale. Operazione sulla quale andrebbe fatta chiarezza dato che, voci insistenti,  danno per scontato l’intervento di esponenti di Fratelli d’Italia con richiesta al ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e tramite lui alla presidente del Consiglio Meloni di sovrastare le decisioni regionali.  In un sussulto di difesa dell’autonomia  ecco allora arrivare la precipitosa “generalità” da parte della giunta che sancisce di fatto il no al progetto. Oggi nelle sei ore di audizione si è visto e sentito di tutto, ma soprattutto gli stridii delle unghie sugli specchi di chi cercava di arrampicarsi in una improbabile e in alcuni tratti ridicola autodifesa, ammettendo qualche errore….  ma “piccolo”. A questo punto una cosa è certa, la Danieli e per lui l’Ing Benedetti devono essersi sentiti presi per i fondelli da una maggioranza di centrodestra e soprattutto dell’assessore Bini che, dopo aver palesato il tipico “che pensi mi” di berlusconiana memoria, è passato ad un “Giampietro stai sereno” di renziana memoria. Insomma il peggio che la politica politicante ha espresso negli ultimi decenni. L’apoteosi dell’audizione la si è avuta in chiusura, quando lo stesso Bini ha cercato di dare lezione di educazione civica all’opposizioni rinfacciando al centrosinistra di aver perso le elezioni e che per questo dovrebbe evitare giudizi, “per farlo bisogna prendere i voti” ha in sostanza affermato l’assessore. Affermazione subito stigmatizzata da Massimo Moretuzzo che gli ha ricordato che la sua delega assessorile è di nomina e che Bini quindi, manco li ha presi i voti popolari. Insomma ancora una volta le comiche che si sono anche condita dal ulteriore piccolo giallo. La domanda è chi: mente fra Bini e Benedetti. Nella lettera inviata da Giampietro Benedetti infatti si legge testualmente: “Per oltre due anni i competenti uffici e la Giunta regionale hanno investito tempo ed energie in analisi e approfondimenti per definire le effettive modalità di esecuzione del progetto. All’inizio di settembre, tuttavia, abbiamo appreso a mezzo stampa ( dichiarazioni rese dall’assessore Bini l’1/9 e il 12/09 e dal presidente Fedriga l’11/9) della volontà della Giunta Regionale di privilegiare investimenti diversi nell’area industriale dell’Aussa Corno”. Bini ha invece affermato in aula di aver telefonato “di persona personalmente” a Benedetti  per comunicargli la decisione, come direbbe il mitico poliziotto Agatino Catarella simpatico personaggio della fiction “Il Commissario Montalbano“, tratta dai romanzi di Andrea Camilleri.  Insomma qualcuno mente…..

Ecco la lettera della Danieli