Ps Asufc appaltato, privato entra nel pubblico
“Il disegno di Fedriga prende sempre più forma: archiviare progressivamente il sistema sanitario pubblico per sostituirlo con il privato. La scelta di appaltare parte dei Pronto soccorso dell’Asufc è un altro preoccupante e inesorabile passo in questo senso. Con la motivazione di tamponare una situazione di emergenza, non fa altro che sostenere questa pericolosa deriva: dalle prestazioni gestite in regime convenzionato il passo successivo è l’ingresso del privato negli ospedali pubblici, attraverso cooperative e gettonisti”. Lo afferma, in una nota, la consigliera regionale Manuela Celotti (Pd), commentando la decisione dell’Azienda sanitaria universitaria Friuli centrale (Asufc) di aggiudicare a una cooperativa di Vercelli parti del servizio emergenza degli ospedali del territorio di Udine. Secondo Celotti, “la scelta di risolvere i problemi contingenti affidandosi alla sanità privata ha un prezzo molto alto, sia in termini di costo effettivo del servizio (ed è forse la prima volta che il pubblico esternalizza servizi a un costo più alto di quello che avrebbe sostenuto gestendoli direttamente), sia in termini di disfacimento del sistema pubblico, perché è evidente che sostenere la sanità privata incentiva l’esodo dei medici dai nostri ospedali alle cliniche private e alle cooperative, che poi vincono gli appalti per gestire i servizi nei nostri ospedali”. In questo momento storico, continua la consigliera, “in cui tutte le strutture pubbliche sono in sofferenza per mancanza di personale e di competenze, dalle strutture sanitarie ai Comuni, dobbiamo essere in grado di pensare a modelli nuovi che riportino il pubblico a essere attrattivo per i futuri professionisti e per quelli che stanno valutando se spostarsi nel privato”. “Significa avere il coraggio di rivedere il sistema dei concorsi pubblici, significa aumentare gli stipendi e rivedere i modelli organizzativi per garantire una migliore qualità del lavoro e della vita. Questa – conclude Celotti – è la sfida che va portata avanti a livello regionale e nell’interlocuzione con Roma. Una sfida che Fedriga non sta evidentemente nemmeno considerando”.