Referendum sull’Autonomia differenziata: superata quota 500mila firme digitali
Nonostante la campagna abbia coinciso con i mesi estivi in poche settimane si è raggiunto il traguardo di mezzo milione di firme digitali, il numero previsto dalla Costituzione per promuovere il referendum abrogativo dell’Autonomia differenziata. Un risultato davvero straordinario, e per certi versi inaspettato per la sua rapidità fanno notare dal Comitato referendario per l’abrogazione della legge sull’Autonomia differenziata, peraltro conseguito in pieno agosto, un mese per nulla favorevole a questo genere di iniziative. Ovviamente è subito scattato il tentativo di delegittimare il successo da parte di forze della maggioranza di governo, infatti contrariamente a quanto sostiene qualche mal informato esponente del centrodestra che parlava di difficoltà nel chiedere e validare tutti i certificati elettorali dei firmatari sperando quindi che le firme venissero invalidate, per le sottoscrizioni on line la procedura è automatica, grazie al collegamento della piattaforma con l’anagrafe nazionale (ANPR). Fra l’altro alle 500mila firme online vanno aggiunte le centinaia di migliaia di firme raccolte nei banchetti organizzate capillarmente in tutte le Regioni. Solo queste saranno da certificare una per una, cosa che ovviamente verrà fatta con il massimo rigore. “Consideriamo quello appena compiuto solo il primo passo, avevrtono dal Comitato promotore, abbiamo ancora un mese a disposizione e intendiamo utilizzarlo per intero. Proseguirà quindi il nostro impegno nell’invitare le persone a firmare sia sul web che nelle piazze, nelle feste di partito, nei luoghi di lavoro. Contemporaneamente, moltiplicheremo le iniziative per spiegare le ragioni della nostra mobilitazione e i pericoli che corriamo a causa di una legge profondamente sbagliata, che aumenterà inevitabilmente i divari territoriali e le diseguaglianze sociali, minerà alle fondamenta il nostro welfare universalistico, danneggerà allo stesso tempo lavoratori e imprese”. “Siamo convinti che, se adeguatamente informati, gli elettori respingeranno il tentativo di dividere e indebolire irrimediabilmente il Paese, compromettendone la coesione sociale e le prospettive di sviluppo. Decisioni di questa portata non possono essere assunte in una logica di scambio tra forze politiche e al riparo da una discussione e un confronto pubblici, che invece devono coinvolgere il numero più ampio possibile di cittadine e cittadini, nelle cui mani va restituito il futuro dell’Italia”.