Regione Fvg bacchettata dalla Corte Costituzionale. Modificare norma assegnazione alloggi Ater: illegale chiedere documenti aggiuntivi agli stranieri
La Regione Fvg dovrà cambiare una parte delle legge che norma l’assegnazione degli alloggi Ater. La Corte Costituzionale, con sentenza depositata lunedì 12 febbraio, ha dichiarato incostituzionale l’art. 29 , comma 1bis L. 1/2016 nella parte in cui prevede che i cittadini stranieri debbano presentare documenti aggiuntivi attestanti l’assenza di proprietà di alloggi in Italia o nei paesi di origine e di provenienza, diversi e aggiuntivi rispetto a quelli che devono presentare i cittadini italiani. La scelta dell’alta corte punta il dito contro una norma discriminante e non solo perché chiede documentazione aggiuntiva da presentare solo agli stranieri, dunque sulla base di una discriminazione legata alla nazionalità di provenienza ma perchè alla base vi era una precisa scelta di creare cittadini di serie a e serie b al seplice scopo di sfavorirneuna residenza stabile e di conseguenza quell’inclusione che a parole invocano tutti ma che nella realtà viene volutamente minata nella logica di “prima gli italiani”. In realtà solo garantendo anche i diritti alle famiglie di lavoratori stranieri, potremmo pensare a migliori attività volte all’inclusione e al rispetto dei doveri di cittadinanza . Se sono le istituzioni le prime a discriminare parte dei residenti e dei lavoratori su un territorio, si creano le condizioni per una esasperazione dei rapporti, che è il vero scopo di certe politiche in odore di razzismo. Per non dire che quelle discriminazioni contrastano in pieno con l’art. 3 della Costituzione secondo cui tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Ora la sentenza che arriva dopo pronunciamneti dello stesso tipo in altri gradi di giudizio dovrebbe fare definitiva giurisprudenza: secondo l’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, la sentenza, pur derivando da una causa nella quale si discuteva del solo “contributo affitti”, riguarda una norma che trova applicazione anche all’accesso all’abitazione che quindi già ora deve essere garantito in modo paritario a tutti gli stranieri.