Replica a Fratelli d’Italia su sicurezza e droghe a Udine

Andrea Di Lenardo (Presidente gruppo consiliare “Alleanza Verdi Sinistra Possibile”)

La nostra posizione sulla sicurezza non può coincidere con la narrazione di Fratelli d’Italia, la cui coalizione ha perso le elezioni e da cui non possiamo farci dettare la linea politica. Così in una nota Andrea Di Lenardo Presidente gruppo consiliare “Alleanza Verdi Sinistra Possibile”.
Premettiamo che il tema ovviamente è fondamentale e che la preoccupazione dei cittadini, raccolta in questo gruppo Whatsapp divenuto comitato, deve trovare quanto prima una risposta.
Ma in uno Stato di diritto la sicurezza non può essere affidata a gruppi privati o a iniziative spot, ma deve essere gestita attraverso un piano strutturato che tenga insieme repressione della criminalità, riqualificazione sociale e inclusione. Il tema va preso seriamente e non va sottovalutato, soprattutto per quanto riguarda il quartiere della stazione, dove il problema è reale, ma non crediamo, come la destra, che la questione sia etnica, ma sociale, frutto del disagio e della ghettizzazione. Per questo, approfittando per dare il benvenuto al nuovo Prefetto, lo invitiamo a rimuovere il presidio militare “cosmetico” fuori dal centro di accoglienza della Cavarzerani, peraltro assente durante l’amministrazione Fontanini. Si pensi che il decreto Cutro del governo Meloni elimina gli insegnanti d’italiano dai centri di accoglienza come la Cavarzerani: è evidente l’intenzione di impedire che le persone imparino l’italiano e possano quindi trovare un lavoro. Il problema sociale che ne deriva non è quindi causa, ma effetto di queste politiche miopi che producono solo illegalità. Il tema è serio e proprio per questo merita risposte serie e non “cosmetiche”, come l’acquisto di due taser per la polizia locale dell’amministrazione Fontanini, che noi chiediamo di rimuovere. Amnesty International ha documentato 500 morti dopo l’utilizzo del taser e l’Onu li considera uno strumento di tortura. Su questo fronte in campagna elettorale la nostra coalizione aveva proposto idee interessanti, come il collocamento di uffici comunali in zona stazione e aveva sempre ribadito che “una città sicura non è una città blindata”, come sancito anche dalle linee programmatiche approvate dal Consiglio Comunale. Detto questo, si tratta di due questioni distinte. Il proibizionismo sulle droghe ha ormai dimostrato il suo totale fallimento e quindi riteniamo che sia fondamentale una riflessione seria sulle sostanze stupefacenti. Siamo un Paese in cui dal 1990 al 2017 il fumo di sigaretta ha ucciso 2.776.000 persone, il doppio di quelle uccise dall’alcol e 23 volte quelle uccise dalle droghe illegali.
Abbiamo riempito le sovraffollate carceri italiane (e quello di Udine è tra le più sovraffollate d’Italia, secondo i sopralluoghi dell’associazione Nessuno Tocchi Caino) di migliaia e migliaia di persone con disturbi psichiatrici e dipendenza da droghe, rinchiuse in luoghi che non sono luoghi di cura e quindi assolutamente inutili e dannosi per risolvere il problema. Forse è tempo, dopo decenni di fallimenti, che si inizino a proporre strategie diverse. Il proibizionismo ha fallito, e noi siamo favorevoli e auspichiamo la legalizzazione delle droghe leggere, e lo ribadiamo visto che la stragrande maggioranza dei sequestri operati a Udine grazie ai due pastori tedeschi introdotti dall’amministrazione di destra di Fontanini consiste, appunto, in droghe leggere.
Eliminare la criminalizzazione, eliminare lo stigma permette alle persone di chiuedere aiuto e di essere curate senza essere giudicate.
Farla finita con queste inutili politiche proibizioniste non significa favorire l’utilizzo delle droghe, ma, anzi, trattarne l’abuso per quello che è – un disturbo e non un crimine – e lavorare incessantemente alla sensibilizzazione nelle scuole e tra i giovani, ma senza stigmatizzare i giovani come unici responsabili dell’abuso, dal momento che l’alcolismo è diffusissimo tra le persone di ogni età.
Secondo un’indagine di Camera e Senato, nel 2018 sono morti 70 giovani sotto i 34 per overdose da droghe illegali, mentre nel 2022 l’alcol ha causato il 17% degli incidenti mortali, 8,6 milioni sono gli italiani a rischio abuso di alcol (di cui 800mila minori), secondo il Ministero della Salute, il consumo di alcolici occasionale o fuori dal pasto è aumentato negli ultimi dieci anni e il binge drinking riguarda il 18% dei giovani tra i 18-24 anni di età. Infine, per quanto riguarda l’acquisto di ulteriori cani proposto da Fratelli d’Italia pensiamo siano un’ottima idea, ma se impiegati in un percorso di supporto comunale per le persone non vedenti.