Riflettori accesi sul carcere e la città: convegno a Udine
È in programma un nuovo appuntamento del ciclo di incontri sul carcere promosso dal Circolo culturale regionale Enzo Piccinini, insieme alla Caritas diocesana di Udine. La data da segnare in agenda è giovedì 30 novembre: alle 18 – al Centro culturale diocesano “Paolino d’Aquileia” – si terrà infatti «Il carcere e la città», convegno a cui interverranno il Garante dei Diritti dei Detenuti e delle Persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale del Comune di Udine, Franco Corleone, e il fondatore della Cooperativa sociale Giotto di Padova, Nicola Boscoletto, straordinaria realtà che ha fatto del reinserimento sociale dei detenuti attraverso il lavoro la propria mission. A a moderare l’incontro sarà la giornalista Anna Piuzzi.
Obiettivo dell’iniziativa è sollecitare uno sguardo che intenda la casa circondariale di via Spalato come parte integrante del contesto cittadino e dunque ideare politiche mirate, volte al reinserimento sociale e lavorativo delle persone private della libertà, in special modo quelle in regime di detenzione o di semilibertà.
«Da qualche tempo – spiega la presidente del Piccinini, Marina Cavedon – il mondo carcerario è sotto osservazione per la necessità di passare da logiche eminentemente custodialistiche a logiche riabilitative e reinclusive. Toppo spesso infatti vincoli normativi, formali e burocratici impediscono esperienze innovative e di sviluppo umano all’interno delle mura carcerarie. L’approfondimento culturale del tema permette non solo il confronto tra idee diverse, ma anche il paragone con esperienze già in atto, e tutto ciò apre a metodologie e prospettive nuove». Diversi i progetti che si stanno muovendo attorno alla Casa circondariale di Udine, a partire dalla straordinaria occasione data dalla sua ristrutturazione che prevede anche spazi per la partecipazione della cittadinanza. Ecco dunque che obiettivo dell’iniziativa è «sensibilizzare i cittadini rispetto al tema del carcere legato alla questione di una giustizia vera, occasione di riabilitazione e reinserimento nella società civile – evidenzia ancora Cavedon –. La città, considerata come comunità sociale, può diventare infatti valido alleato nell’accoglienza e nel reinserimento di chi ha scontato la propria pena e conseguentemente contribuire alla reale diminuzione delle recidive».