Risorgere dalle ceneri: conseguenze e prospettive ecologico-gestionali dell’incendio sul Carso del 2022
Quali sono le conseguenze sugli ecosistemi carsici, e le loro risposte, all’incendio che nel 2022 ha distrutto più di 4.100 ettari di superficie forestale tra l’Italia e la Slovenia? Per dare una risposta a questi interrogativi le università di Udine e di Trieste con il sostegno dei volontari di Legambiente Friuli Venezia Giulia hanno condotto una serie di ricerche nelle aree interessate dalle fiamme.
I risultati saranno presentati a Gorizia, venerdì 1° marzo, alle 14, nell’aula magna del polo di Santa Chiara durante il convegno “Risorgere dalle ceneri? Conseguenze e prospettive ecologico-gestionali dell’incendio del Carso del 2022”.
I dati e le misure sono stati raccolti, e saranno illustrati, dai ricercatori dei dipartimenti di Scienze agroalimentari, ambientali e animali dell’Ateneo friulano e di Scienze della vita dell’Ateneo giuliano. Funzionari del Servizio foreste, del Corpo forestale e del Servizio Biodiversità della Regione Friuli Venezia Giulia presenteranno invece i nuovi approcci nella gestione degli incendi boschivi e nelle attività di prevenzione e discutere gli aspetti gestionali e conservazionistici.
Cambiamento climatico e incendi – «Diversi studi – spiega il coordinatore scientifico del convegno, Giorgio Alberti, docente di selvicoltura e assestamento forestale dell’Università di Udine e responsabile del progetto europeo Wildcard – hanno messo in evidenza come il cambiamento climatico in atto possa modificare il regime naturale degli incendi e di conseguenza alterare le traiettorie di sviluppo degli ecosistemi forestali, ossia i tempi e i modi con cui si sviluppano le nostre foreste».
Infatti, sottolinea Alberti, «l’aumento delle temperature globali e degli eventi siccitosi registrato negli ultimi decenni, e ancora in corso, sta creando condizioni molto favorevoli al verificarsi di questi fenomeni di disturbo ed è probabile che entro la fine del secolo ne possa aumentare la gravità e la durata con effetti negativi non solo sugli ecosistemi, ma anche sulle popolazioni e sulle infrastrutture».
Gli interventi – All’incontro, moderato da Giorgio Alberti, si parlerà di: “Relazioni tra severità dell’incendio, dinamica forestale e diversità vegetale”, con Francesco Boscutti (Università di Udine); “Sviluppo di un sistema di monitoraggio della risposta e delle dinamiche post-incendio della vegetazione mediante rilevamento in campo e telerilevamento”, illustrato da Miris Castello (Università di Trieste); “Monitoraggio del rischio incendi e del contenuto d’acqua delle foglie da remoto”, con Francesco Petruzzellis (Università di Trieste); “Piro-ecofisiologia di specie legnose del Carso”, spiegata da Andrea Nardini (Università di Trieste); “Evoluzione della presenza e del comportamento dei medi e grandi mammiferi nelle aree soggette agli incendi”, illustrata da Stefano Filacorda (Università di Udine); “Effetti degli incendi sulle comunità avifaunistiche valutati mediante rilievi sul campo e telerilevamento”, raccontati da Davide Scridel (Università di Trieste).
Inoltre, Dario Cancian, del Servizio foreste e corpo forestale della Regione Friuli Venezia Giulia, spiegherà il “Ruolo del Corpo forestale nella gestione degli incendi boschivi e nelle attività di prevenzione”. Marco Valecic, del Servizio Biodiversità della Regione Fvg, si soffermerà sugli “Aspetti gestionali e conservazionistici”.
L’evento è organizzato nell’ambito delle attività di divulgazione del Centro nazionale biodiversità finanziato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e del progetto Wildcard, guidato dall’Ateneo udinese.